Tangenti e sanità
in arresto del Turco
Ottaviano del Turco (pd) e la sua squadra sono in galera per associazione a delinquere, truffa, corruzione e concussione per gestione privata nella sanità. In arresto l'assessore alla Sanità, Bernardo Mazzotta, il segretario generale della presidenza, Lamberto Quarta, l'assessore Antonio Boschetti, l'ex assessore alla Sanità del centrodestra Vito Domenici e l'ex presidente della finanziaria regionale Giancarlo Masciarelli. La Guardia di finanza li ha portati in carcere stamattina, in seguito a un'inchiesta sulla sanità condotta dalla Procura della Repubblica di Pescara. Le somme della presunta concussione e corruzione arriverebbero a cinque milioni e ottocentomila euro per Del Turco, Cesarone e Quarta. Secondo l'accusa vi sarebbero stati movimenti di denaro per circa 14 milioni di euro, di cui 12,8 già consegnati. L'Abruzzo è una delle regioni italiane con il più alto debito nella sanità. Questa seconda tranche dell'inchiesta prenderebbe spunto da quella che fu definita «la cena del capretto» effettuata a casa di Giancarlo Masciarelli due sere prima del suo arresto, avvenuto il 26 ottobre 2006. Vi parteciparono oltre al padrone di casa, Del Turco, Boschetti, Cesarone e Quarta. In quella circostanza, secondo quanto si è appreso, i cinque avrebbero stabilito la ripartizione illecita legata alla seconda parte della cartolarizzazione. Nella prima inchiesta erano coinvolte 45 persone di cui undici furono arrestate. La Guardia di Finanza sta perquisendo tutto il primo piano di Palazzo Centi all'Aquila, sede della Giunta regionale, nel quale vi sono gli uffici del presidente e di Quarta. Le somme provento della corruzione e delle concussioni di cui alla contestazione sono 200 mila euro per Del Turco e Cesarone, 5,8 milioni per Del Turco, Cesarone e Quarta - oltre ad un tentativo per altri 250 mila euro -, 110 mila per Cesarone e Boschetti, 15 mila per Cesarone, 500 mila per Domenici e Masciarelli - oltre al tentativo per altri 500 mila euro - 6,25 milioni per Conga, oltre a 550 mila promessi ma non versati. Secondo la Procura altre ingenti somme sono state inutilmente pretese o riscosse da indagati nei cui confronti non sono state richieste o applicate misure cautelari. Gianluca Zelli è un ex funzionario del gruppo di cliniche private di Vincenzo Angelini, coinvolto nell'inchiesta. La vicenda odierna ricorda gli arresti dell'intera giunta nel settembre del 1992 per un'inchiesta sui fondi comunitari.