Palermo ricorda Borsellino
Alfano: 41-bis più restrittivo
Sedici anni fa Paolo Borsellino e la sua scorta morivano nell'attentato di via D'Amelio per mano della mafia. Oggi la città di Palermo ricorda il magistrato protagonista, assieme a Giovanni Falcone, di indagini e inchieste contro l'organizzazione mafiosa. Sul luogo della strage si sono dati appuntamento il presidente del Senato, Renato Schifani, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e quello della Giustizia, Angelino Alfano, ma i primi a commemorare Borsellino sono stati i bambini delle scuole elementari della città siciliana. Un messaggio dal Quirinale e a firma del presidente Giorgio Napolitano è stato invece consegnato alla vedova Agnese: “Rinnovare anno dopo anno il ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta costituisce il doveroso riconoscimento che il Paese tributa al dramma da voi vissuto e al coraggio con il quale avete saputo affrontarlo nei lunghi anni trascorsi. Il dolore e lo sgomento per la strage di via D'Amelio restano vivi nella memoria di tutti”. Il ricordo di quel tragico pomeriggio del 19 luglio 1992, quando un'auto-bomba uccise oltre al giudice i cinque agenti della sua scorta, tra i quali Emanuela Loi, prima donna della polizia di Stato caduta in servizio, è stata l'occasione per il Guardasigilli Alfano di tornare a parlare di 41-bis, la legge che permette al titolare della Giustizia di sospendere l'applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni come i casi di terrorismo e criminalità organizzata. “Proprio oggi, nel giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio, ho fatto diramare dai miei uffici una circolare molto restrittiva sul 41 bis che impedirà ancora di più la comunicazione tra i boss in carcere. Nei casi più gravi è prevista anche la chiusura di un blindato”, ha dichiarato Alfano. Puntuale però è giunta una nota polemica dal procuratore di Palermo, Francesco Messineo: “Tutto ciò che va in direzione di un migliore aggiustamento e rafforzamento dei 41 bis non può che vedere il nostro favore, ma il problema è il mantenimento del carcere duro rispetto a certi soggetti e una più puntuale interpretazione della norma”. Anche Gianfranco Fini, presidente della Camera, ha voluto ricordare la figura di Paolo Borsellino, indicandola come “lezione della legalità, del coraggio, del senso del dovere e dell'amore per il proprio Paese e per la propria gente”. Il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, ha definito il 19 luglio un “giorno triste”per l'Italia “nel quale si ha il dovere di ricordare con onore e gratitudine un uomo che ha incarnato con coraggio e spirito di sacrifico l'essenza vera di uomo dello Stato”. E' dagli esempi di Borsellino e Falcone, conclude Veltroni, che “il nostro Paese può trovare la forza e la capacità per sconfiggere una volta per tutte la mafia criminale e le sue ramificazioni”.