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Decreto anti-crisi pronto

Si va verso il voto di fiducia

Dario Mazzocchi
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Le commissioni Bilancio e Finanza hanno dato il via libera al decreto legge anti-crisi e alle novità introdotte nel corso dei lavori parlamentari. Ma alla Camera il Pd è insorto alla decisione del governo di passare per un voto di fiducia e ha abbandonato i lavori, mentre il Movimento per le autonomie – appartenente alla coalizione di governo – ha manifestato alcuni malumori. Il Pd abbandona i lavori - Fra le misure principali che hanno incassato il primo ok del Parlamento, ci sono lo scudo fiscale, la mini riforma delle pensioni con l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego e le misure in favore del mondo delle imprese. Il testo domani sarà all'esame dell'Aula di Montecitorio ed è ormai scontato che il governo decida di porre la questione di fiducia. Un proposito, questo, che non piace al leader del Pd, Dario Franceschini, che parla di un “modo di svuotare il nostro sistema parlamentare, senza nemmeno dichiararlo”. I malumori del Movimento autonomia - I cosiddetti messaggi politici non sono mancati nell'ultima fase dell'esame degli emendamenti, perché la maggioranza è stata battuta per 30 voti a 29 su un emendamento all'articolo 3 del provvedimento riguardante i costi di trasmissione e i relativi controlli da parte dell'Authority dell'energia elettrica. Sull'emendamento il governo aveva espresso parere contrario. E lo stesso voto contrario dell'Mpa al testo complessivo del decreto lascia supporre qualche malumore all'interno del centrodestra. "Lo scudo è un condono" - Franceschini, da parte sua, non ha contestato solo la scelta di metodo del governo, con l'imposizione della fiducia. Nel mirino delle sue critiche c'è anche la norma sul cosiddetto scudo fiscale, giudicata “un favore a chi ha violato la legge”. Lo scudo, per il segretario del Partito democratico, “non è nient'altro che un condono, ed è tanto più immorale perché con un'aliquota insignificante si fa un favore a chi ha violato la legge”. L'Idv critica i democratici - Un altro colpo di scena, visti le precedenti polemiche, è la strategia adottata dall'Italia dei valori che non ha seguito il Pd nel lasciare i lavori. “Noi abbiamo partecipato al voto e votato contro, abbiamo ritenuto corretto restare dentro per manifestare comunque la nostra contrarietà di metodo e merito sul provvedimento”, ha detto Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dipietristi. “Non ci sembra che uscire dall'Aula sia un modo per non far costituire un precedente”.

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