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Decreto anti-crisi: il governo

incassa la fiducia senza l'Mpa

Dario Mazzocchi
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Il decreto anti-crisi ha ottenuto il voto di fiducia alla Camera: 294 i voti a favore, 186 quelli contrari. Il voto finale per la Camera è previsto per martedì, poi il maxiemendamento passerà al vaglio del Senato, dove potrebbero esserci delle modifiche. Anche l'ultima giornata di dibattito alla Camera è stata particolarmente vivace, dopo i precedenti dei giorni scorsi durante i quali l'opposizione aveva accusato il governo di “strozzare” il dibattito parlamentare ponendo l'ennesima fiducia e il presidente dell'Aula Gianfranco Fini aveva chiesto, per il futuro, maggiore chiarezza e la possibilità di rivedere la prassi di chiedere un voto di fiducia sui maxiemendamenti. Da Marina di Pietrasanta, il segretario del Pd Dario Franceschini ha attaccato la maggioranza, spiegando che nel maxiemendamento su cui il governo ha posto la fiducia non ci sono le misure necessarie "a fronteggiare l'emergenza" del Paese. In compenso c'è "lo scudo fiscale e in un Paese che sprofonda nell'evasione è una norma che dà un premio a chi, violando la legge, ha portato i capitali all'estero". Durissima invece l'Italia dei valori: in Aula, nelle dichiarazioni di voto che precedono la votazione, il deputato Renato Cambursano ha detto che "questo decreto ingrassa l'Italia grassa, con lo scudo fiscale e con lo scandalo delle sanatorie. Oggi noi abbiamo due Italie: da una parte quella che lavora e soffre, e dall'altra parte quella grassa e che si ingrassa a spese della prima". I deputati del partito di Di Pietro indossavano una mascherina a lutto per i tagli al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. Dai banchi dell'Udc, invece, il leader Pier Ferdinando Casini ha attaccato il presidente Fini, accusandolo di aver "disatteso gli impegni" presi con i gruppi parlamentari in merito all'esame del provvedimento. "Non la invidio - gli ha detto sarcasticamente - perché conosco le difficoltà del presidente della Camera in situazioni di questo tipo, ma c'era un accordo limpido tra i gruppi che poteva essere rispettato perché il Senato poteva cambiare il testo". Il caso Sud - Non hanno votato i rappresentanti del Movimento per le autonomie: “Su questo decreto legge non possiamo che esprimere giudizio negativo. Non potendo non votare la fiducia, oggi al momento del voto usciremo dall'aula”, ha spiegato il capogruppo Carmelo Lo Monte. E nella sua dichiarazione ha spiegato che “l'impegno del governo rispetto al Sud è insoddisfacente”. Pronta la risposta di Umberto Bossi: “Se son rose fioriranno. Stiamo a vedere, ma rischia di essere un pasticcio. E d'altra parte la politica è piena di pasticci...”.

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