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Influenza A, allarme negli Usa

"A rischio il 40% della popolazione"

Dario Mazzocchi
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La pandemia di influenza A (H1N1) si avvicina ad una propagazionetotale: secondo i dati forniti dall'Organizzazione mondiale della sanità, infatti, almeno 160 Paesi o territori su un totale di 193 membridell'Oms hanno confermato casi."Ci stiamo avvicinando al 100%', ma non ci siamo ancora", ha detto oggia Ginevra il portavoce dell'Oms Gregory Hartl. "Al momento, non abbiamo notato alcun mutamento nel comportamento delvirus", ha subito precisato Hartl. "Quel che vediamo è invece un'espansionegeografica. L'avanzata del virus continua, si avvicina al 100 per centodei Paesi, ma non vi è ancora arrivato". Per quanto riguarda i decessi,ha poi aggiunto, "siamo adesso a circa 800 vittime". Il nuovo virus èstato segnalato per la prima volta in Messico alla fine di marzo. L'Oms ha dichiarato lo stato di pandemia lo scorso 11 giugno. L'allarme negli Usa - La febbre suina arriverà a colpire il 40% della popolazione statunitense: secondo le ultime proiezioni elaborate dal "Centers for Disease Control and Prevention" (l'ente federale americano per il controllo delle malattie), l'influenza H1N1 potrebbe arrivare a contagiare una larga fetta degli abitanti degli Stati Uniti, senza una opportuna e mirata campagna di vaccinazione, potrebbero esserci centinaia di vittime. Nel continente americano la malattia ha finora ucciso circa 100 persone e ne ha contagiate un milione. Intanto dalla Gran Bretagna, il Paese europeo maggiormente colpito con oltre 10mila casi, arrivaun'inquietante precisazione: "Un terzo delle vittime non stava già maleper conto suo, era perfettamente sano o al massimo con lievi problemidi salute, ed è stato il virus H1N1 a ucciderle". Liam Donaldson, chief medical officier, ammette dunque per la prima volta che circa il 16 percento di coloro che sono morti per influenza A erano perfettamente sanie non seguivano alcuna terapia prima dell'infezione. Un ulteriore 17per cento, si legge sulle pagine del Daily Mail, aveva soloproblemi moderati, come pressione alta o diabete. Il resto invece avevagravi problemi di salute che compromettevano il loro sistemaimmunitario, come la leucemia. "La cattiva notizia - rassicuraperò Donaldson - sarebbe se il 100% delle vittime fossero persone sane. Lastragrande maggioranza delle persone che avranno l'influenzarecupereranno bene".

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