Bozza sul conflitto di interessi
Firmano Veltroni, Pd, Idv e Udc
Possedereun patrimonio di almeno 30 milioni di euro o controllare un'impresa che operagrazie a una licenza concessa dallo Stato dovrebbe impedire a una persona di aspirarea diventare presidente del Consiglio, ministro o sottosegretario. L'ex numerouno del Pd presenta la bozza sul conflitto di interessi: tredici articoli firmati,oltre che da Walter Veltroni insieme, da Roberto Zaccaria, del Pd, e daideputati dei partiti d'opposizione: Massimo Donadi e Leoluca Orlandodell'Italia dei Valori, Bruno Tabacci dell'Udc e Beppe Giulietti, portavocedell'Associazione Articolo 21, eletto nell'Idv e ora passato al gruppo Misto. “Comeavevo annunciato - afferma Veltroni - ho lavorato con Roberto Zaccaria ad untesto di legge che affronti in modo definitivo il tema, cruciale in unademocrazia, della separazione tra interessi pubblici e privati. In questi annila colpevole assenza di questa norma ha finito con il privare il nostro Paesedi una regola tipica di tutte le democrazie liberali. Il valore politico diquesta iniziativa - conclude l'ex segretario del Pd - è per me in primo luogonel fatto che essa è sostenuta e sottoscritta unitariamente da autorevoli parlamentaridi tutta l'opposizione”. La proposta di legge, in particolare, stabilisce la “incompatibilitàassoluta” tra precisi incarichi di governo (da presidente del Consiglio asottosegretario a commissario del governo) e, “la proprietà di un patrimonio di valore superiore a 30milioni di euro la cui natura, anche riguardo alla concentrazione nel medesimosettore di mercato, configura l'ipotesi di conflitto di interessi”, “laproprietà, il collegamento o il controllo diretto o indiretto di un'impresa chesvolga la propria attività sulla base di qualunque titolo abilitativorilasciato dallo Stato”. In questo caso, la soluzione indicata è “l'invito adoptare (da parte dell'Autorità Antitrust, ndr.), con decadenza dalla carica incaso di mancata opzione”. Fuori dai casi di incompatibilità assoluta, invece,si indica la strada dell'obbligo di astensione, sottoponendo il casoall'Autorità. Veltroni indica poi la strada per la “repressione di situazionidi conflitto di interessi”: diffida, sanzioni amministrative pecuniarie perviolazione degli obblighi di dichiarazione o di astensione o per inottemperanzaalla diffida, che arrivano fino a un livello «non inferiore al doppio e nonsuperiore al quadruplo del vantaggio patrimoniale effettivamente conseguitodall'impresa” proprietà del soggetto. Il testo prevede infine anche la “paritàdi accesso ai mezzi di comunicazione durante le campagne elettorali”, da partedei candidati a cariche elettive.