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Napolitano chiama al dialogo

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"No al muro contro muro"

Albina Perri
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non vuole alcun “muro contro muro”: rischia di far prendere una “china pericolosa” al Paese. Lo ha detto quest'oggi in occasione della cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Occasione per commentare gli ultimi avvenimenti politico: riforma della giustizia, delle istituzioni e federalismo fiscale. “L'Italia non ha alternative”, ha detto Napolitano che chiede a tutti “una pauso di riflessione in attesa della ripresa autunnale” per ritrovare il clima che aveva caratterizzato l'inizio di legislatura. Parlando del lodo Alfano, Napolitano ha dichiarato: “L'ho firmato indipendentemente dalle pressioni, seguendo i principi della Consulta. Ogni altro giudizio appartiene alla politica e non può coinvolgere o chiamare in causa il presidente della Repubblica. Si stia attenti, da parte di tutti”, avverte, “a doverose distinzioni di posizioni e di ruoli”. Inevitabili i riferimenti alle uscite della scorsa settimana di Umberto Bossi. “Liberiamoci dalle angustie di una polemica politica che finisce, perdendo il senso della misura, per cadere nella volgarità e nell'ingiuria, per venir meno al rispetto da tutti sempre dovuto alle istituzioni e ai simboli della Repubblica”. Infine il caso intercettazioni. Il capo dello Stato ricorda che “l'esercizio del diritto di cronaca non può mirare a soddisfare la ‘mera curiosità voyeuristica' del pubblico, ma deve corrispondere all'esigenza di informare su ‘fatti oggettivamente rilevanti per la collettività'”. Napolitano richiede così “comportamenti corretti da parte di tutti i soggetti responsabili” che “possono favorire l'adozione di discipline legislative, misurate ed equilibrate”.

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