Dario diserta 'Porta a porta'
Tonino: "Vespa boia di Stato"
«Boia al servizio dell'informazione di Stato», «sedia elettrica della libertà di stampa», inviti boicottati e l'esultanza dei militanti del Pd su Facebook per il rifiuto di Franceschini di andare ospite il 23 da Vespa. Non si placa lo scontro politico sulla trasmissione “Porta a porta” in onda martedì sera, in prima serata, con una puntata speciale dedicata alla consegna delle prime case ai terremotati di Onna, in Abruzzo, al quale partecipa il premier Berlusconi. Per fare posto alla serata è stato spostato a giovedì 17 la puntata di Ballarò su Raitre e poi, quasi con un effetto a catena, anche “Matrix” su Canale 5 è slittato a settimana prossima. «Boia al servizio dell'informazione di Stato» - «Signor Vespa, il governo sta sabotando l'informazione di Stato, lei si presta come boia di questa esecuzione lasciando trasmettere stasera, senza contraddittorio, le menzogne di Berlusconi sull'Abruzzo»: così il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si è rivolto dal suo blog al conduttore di “Porta a Porta”. «Lei - incalza Di Pietro - sorridente osservatore di questa mattanza Rai, che osteggia Report, scioglie Annozero e fa slittare a giovedì Ballarò per mettere i sudditi italiani davanti al sultano che lei imbeccherà con domande preconfezionate. Insomma un'informazione alla mussoliniana maniera che di questi tempi molto in voga». Infine, Di Pietro lancia un appello al presidente dellaRepubblica perchè «si faccia garante dell'applicazione e del rispetto della legge che regola la par condicio nel garantire un'appropriata visibilità a tutti i principali partiti e/o movimenti politici». “Io non ci vado”. - La polemica intorno a Bruno Vespa e a ‘Porta a porta' era cominciata già martedì mattina e sfociata con la decisione del leader del Pd Dario Franceschini, di non partecipare alla trasmissione del 23 settembre prossimo. “Caro dottor Vespa, Le scrivo per comunicarle la mia indisponibilità a partecipare alla puntata di Porta a Porta del 23 settembre. Quando nei giorni scorsi il mio ufficio stampa ha ricevuto l'invito dalla sua redazione a partecipare alla trasmissione ho comunicato la mia disponibilità ritenendo si trattasse della programmazione ordinaria. Leggo ora alcune sue dichiarazioni secondo le quali la mia presenza a Porta a Porta sarebbe da intendere come una sorta di par condicio per coprire l'incredibile scelta della Rai di stravolgere i palinsesti dell'azienda allo scopo di garantire al Presidente del Consiglio una vetrina strumentalizzando e spettacolarizzando il dramma dei terremotati d'Abruzzo. È un'operazione grave di cui non posso e non voglio rendermi complice in nessun modo”, conclude Franceschini. Immediato il commento del giornalista abruzzese: “"Caro Segretario, debbo dirLe con franchezza che le motivazioni del Suo rifiuto mi paiono pretestuose". Così Bruno Vespa risponde al segretario del Pd: "Nei giorni scorsi - si legge nella lettera - abbiamo invitato il presidente del Consiglio come facciamo da 15 anni (si veda il caso di Prodi, D'Alema e Amato) per la seconda serata che apre la nostra stagione. Contestualmente, fedeli alla correttezza che ci ha sempre caratterizzato, abbiamo invitato il leader dell'opposizione. Nello scorso fine settimana, la direzione generale della Rai ha deciso di portare in prima serata l'evento di oggi e non vedo come questa scelta possa essere attribuita a noi e stravolgere il senso dell'invito che Le abbiamo rivolto. Non Le consento peraltro - prosegue Vespa - di definire una nostra trasmissione che Lei ancora non ha visto, come una vetrina al servizio del presidente del Consiglio. Esigo da Lei”, conclude, “lo stesso rispetto rivolto ad altre trasmissioni che dal pluralismo di Porta a porta hanno tutto da imparare”. Lo scontro tra Porta a porta e il Pd è duro: “Dopo il rinvio forzoso di Ballarò e la 'rinuncia' di ‘Matrix', la trasmissione di Stato di Bruno Vespa con Silvio Berlusconi ha finalmente campo libero da ogni contro-programmazione. Resta solo un difetto in tutta questa bella pensata: il governo non ha pensato di chiedere il rinvio della Champions League. Insidiose come sempre per gli indici di ascolto televisivi incombono, sia pure a pagamento, Juve-Bordeaux e Marsiglia-Milan, su Sky ma udite udite, anche su Mediaset Premium”. Lo ha sottolineato il senatore Fabrizio Morri, capogruppo del Pd nella commissione di Vigilanza Rai. E sulla questione Porta a Porta è intervenuto anche Massimo D'Alema: “Non vedrò Porta a Porta stasera, ad ogni modo spero che stasera sia protagonista il presidente della provincia di Trento e che si festeggi il dono dei prefabbricati costruiti dalla provincia di Trento, non le villette promesse da Berlusconi che non sono pronte. Spero inoltre che Berlusconi comunichi la lista dei terremotati ospitati a casa sua, visto che aveva preso questo nobile impegno”. E anche dall'interno del cda della Rai si levano nuove voci critiche. "L'episodio di Ballarò”, dice il consigliere Nino Rizzo Nervo, “è grave in sé, e denuncia senza mezzi termini che si vuole non solo compiacere e non disturbare il manovratore ma anche attuare un preciso disegno per anestetizzare le ultime diversità che resistono nel servizio pubblico radiotelevisivo". E mentre Santoro, sul piede di guerra, avvisa Berlusconi, che a dir suo “continua ad agire vigliaccamente nell'ombra”, che è pronto a dare battaglia per il suo programma, Mediaset annuncia che stasera Matrix (con la puntata dedicata alla libertà di informazione) non andrà in onda. E non lo farà neppure venerdì prossimo. “Per ragioni tecniche legate all'allestimento del nuovo studio e alla realizzazione della nuova scenografia del programma - si legge nella nota - le puntate di Matrix previste per martedì 15 e venerdì 18 settembre non andranno in onda”. Matrix “partirà lunedì 21 settembre nella consueta collocazione di seconda serata su Canale 5. Le due puntate slittate verranno recuperate nel corso della stagione autunnale”.