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Surriscaldamento globale, la grande truffa

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Mail rubate svelano il complotto climatico

Maria Acqua Simi
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La notizia, confermata, ha dell'incredibile. Mail rubate, i nomi dei più grossi climatologi mondiali messi in dubbio, dati falsati e molto altro. Una spy story in piena regola. Con il difetto di essere vera, e di non lasciare tranquilli. Il fattaccio viene riportato, in Italia, dal giornalista del Foglio Piero Vietti. Si tratta di una storiaccia:  la notte dello scorso 20 novembre un hacker si intrufola nella banca dati del Cru (Centro di ricerca sul clima) dell'Università inglese dell'East Anglia. Poche ore dopo, a migliaia di chilometri di distanza (Russia) compaiono su un database migliaia di dati e di e-mail che gli scienziati del Cru si sarebbero scambiati dal 1996 ad oggi. Mail che attesterebbero – ed è qui l'inghippo – come il global warming, il surriscaldamento globale, sia una gigantesca panzana. Tutto questo a quindici giorni dal Vertice di Copenaghen, ovvero quella riunione di leader di Stato che dovrebbe decidere la riduzione delle emissioni di Co2 nel globo. Le mail degli scienziati, rese pubbliche, contengono dichiarazioni del tipo: “Ho appena utilizzato il trucchetto di Mann per nascondere il declino delle temperature dal 1981”. Declino delle temperature? Trucchetto? Giustamente ogni buon lettore ripensa alle notizie degli ultimi anni, alle strazianti copertine con orsi polari galleggianti su iceberg minuscoli e in via di scioglimento o ai pinguini stecchiti sotto il sole cocente dell'Artico. E si domanda: com'è la faccenda? La faccenda potrebbe essere come effettivamente descritta da Vietti, e cioè: il surriscaldamento globale è il frutto di una manipolazione scientifica. La notizia desta scalpore: si scatenano i blog di tutto il mondo. Tra questi, Real Climate, un blog che raccoglie anche le firme di alcuni degli scienziati coinvolti. Qualcuno scrive che – a leggere le mail - non viene fuori nessun complotto mondiale sul voler spingere opinione pubblica e politica verso una teoria del riscaldamento globale. Anzi, ci sarebbero scienziati che si mostrano scettici sulla lettura di alcuni dati e spesso le discussioni in merito sono accese. Il che, fa intuire  come il mondo accademico, rispetto alla teoria dei cambiamenti climatici, sia piuttosto dinamico e non univoco. Eppure tra le e-mail rubate si possono leggere frasi del tipo: “Il fatto è che non possiamo spiegare l'assenza di riscaldamento in questo momento storico” (K.T.) o, ancora: “Sappiamo tutti che in questo dibattito il problema non è affatto ciò che è vero o falso”. È ancora P.J. a scrivere "Non voglio vedere nessuno di questi studi nel report dell'Ipcc. K. e io li terremo fuori in un modo o nell'altro, anche se dovessimo arrivare a ridefinire che cos'è un peer-review" mentre un programmatore suggerisce "non inserite nel grafico dati successivi al 1960, saranno aggiustati artificialmente". Gli scienziati del Cru non smentiscono, ma suggeriscono piuttosto che qualcuno possa aver "manipolato" le mail appena prima di renderle pubbliche. Politica e movimento di capitali Qualcuno, invece, come Guido Guidi – maggiore dell'aereonautica militare e volto delle previsioni meteo dei Tg della Rai - non pensa sia così.  E sul blog Climate Monitor così scrive rivolgendosi agli scienziati sostenitori del global warming: <>. E tutti gli altri, viene da chiedersi leggendo Guidi? La risposta è semplice: se non stanno al gioco, <>. Perché questa storia del surriscaldamento globale muove soldi, tanti soldi. Lo spiega ancora lo schietto Guidi, che già in tempi non sospetti (giugno 2008), scriveva: <>. Gli scienziati del Cru e le organizzazioni ambientaliste Un altro punto dolente che emerge da tutta questa vicenda è lo strano intreccio di relazioni tra alcuni membri del Cru e certe organizzazioni ambientaliste. Lo racconta bene, ancora una volta, Vietti, che scrive di come sarebbe pervenuta a Greenpeace – appena prima della ratifica del Protocollo di Kyoto – una richiesta di pronunciamento sulla “causa” e di un'altra domanda “fatta dal Wwf australiano perché il Centro di ricerca alzasse la percentuale del rischio di occorrenza di siccità ed eventi estremi in Australia, così che il Wwf potesse fare un big public splash, un gran bel botto”. Intanto l'Onu si aspetta "obiettivi precisi" in termini di riduzione dei gas serra e "chiarezza" sugli aiuti ai paesi poveri dalla Conferenza internazionale sul clima che si terrà a Copenaghen a partire dal 7 dicembre. A parlare, oggi, è  il caponegoziatore delle Nazioni Unite, Yvo De Boer, di stanza a Bruxelles dove ha incontrato i ministri dell'Ambiente dei Ventisette riuniti in un Consiglio straordinario. Parole, le sue, che non possono non tenere conto di quanto emerso in questi giorni dalle mail sottratte ai catastrofisti climatici del Cru. di Maria Acqua Simi

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