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Il teatrino dell'odio

Va in scena Travaglio

Silvia Tironi
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di Francesco Borgonovo - Evvai colteatrino dell'odio. In scena Marco Travaglio. Testi di Marco Travaglio.Protagonista principale Silvio Berlusconi (e infatti il giornalista ricciolutochiosa: «I testi sono miei, ma le battute migliori sono dei politici»). Giovedì seraal Teatro Smeraldo di Milano si è tenuta la prima rappresentazione (un'altra èin programma per questa sera, la terza domani) della versione aggiornata di“Promemoria”, spettacolo ideato e interpretato dal giornalista de Il Fatto chene ha tratto anche un libro con dvd. Ad assistere poco meno di 2mila persone,sala quasi completa. Ci sono lettori del giornale diretto da Antonio Padellaro,di Repubblica, de L'Unità, una ragazza che ci tiene a precisare colsottoscritto di essere indignata perché qualcuno ha chiamato «terroristamediatico» il suo cronista preferito. Ci sonopersino alcuni attivisti di un giornale “rivoluzionario” comunista, i qualisperano di vendere qualche copia. Lo scopodella rappresentazione è dimostrare che l'attuale presidente del Consiglio haavuto legami con la mafia, che ha corrotto, che è uno dei peggiori politici disempre, quasi un dittatore, anzi forse peggio. La stradache Travaglio percorre per giungere al Cavaliere inizia ovviamente daTangentopoli. Le prime parole di Marco sono chiare: «La Prima Repubblicamuore affogata nelle tangenti, la Seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda piùniente. La storia è maestra, ma nessuno impara mai niente». Concetto precisatoancora meglio dal regista Ruggero Cara, nella presentazione dell'evento.Secondo lui quale il nostro Paese «sembra precipitare sempre di più, dicapitolo in capitolo, coi toni della farsa, del grottesco, della tragicommediama sempre con la tragedia dietro l'angolo». Dopo averraccontato per filo e per segno gli anni delle tangenti, Travaglio passa - tragli applausi del pubblico - a discettare di Silviuccio nostro, «il nostropresidente del Consiglio che si trova sempre in luoghi particolari». E dove sitroverà mai Berlusconi?Manco a dirlo nei posti dove compaiono i mafiosi. Il giornalista de Il Fattosfodera tutto il repertorio già visto da Santoro e sul suo giornale. La vulgataè ovunque la medesima e sul palco non ci sono i filtri che la comunicazione tvimpone. Si parla di incontri tra i vertici di Fininvest e la mafia, deirapporti di Marcello Dell'Utri con lo stalliere Mangano. E persino delle bombe.Certo, Silvio non è mai accusato di essere il mandante delle stragi ma lecircostanze che portano all'esplosione degli ordigni hanno sempre qualchecollegamento più o meno recondito con lui. SpiegaTravaglio - e il pubblico apprezza - che i boss hanno piazzato le cariche alloscopo di far crollare la Prima Repubblica ormai moribonda e di individuare nuovireferenti politici. Ed ecco che si arriva a Forza Italia. Lo sapevate, peresempio, che tra l'attentato a Maurizio Costanzo e la nascita di FI c'è unasingolare relazione? Il baffuto conduttore infatti, dice Travaglio, era unadelle ”colombe” di Arcore (contrapposta ai “falchi” Berlusconi e Dell'Utri) chefrenavano la nascita del partito azzurro e la discesa in campo del suo leader. Il teoremadi Travaglio - ben illustrato per circa 3 ore - prosegue fino ai giorni nostricon una singolare ed inquietante rilettura della storia. La morale è abbastanzachiara. Dagli anni '80 a oggi le cose nel nostro Paese non hanno fatto altroche peggiorare. Abbiamo la classe politica peggiore d'Europa e, a quanto sievince, un premier che ne è il degno rappresentante. E se icittadini - giustamente, afferma sempre Travaglio, adirati con Craxi - tiraronomonete al leader del Psi, figuriamoci che cosa dovrebbero fare con quanti sonovenuti dopo di lui, facendo sprofondare l'Italia ancora più in basso. Ovviamentenon c'è una chiamata alle armi, di certo non s'invitano gli spettatori acompiere gesti folli come quello di Massimo Tartaglia (il quale, ricordiamolo,per gli antiberlusconiani rimane un matto isolato). Ma nel teatrino diTravaglio del Cavaliere si pensa tutto il male possibile, del governo pure. Chiè prescritto è colpevole, chi sta in Parlamento mira soltanto a sottrarsi aigiudici e a difendere i criminali. D'altronde,come ha spiegato giovedi ad Annozero il fulgido Marco, ciascuno è libero diarrabbiarsi con chi vuole. Chiunque odia chi gli pare, a casa sua. Figuriamociin un teatro.

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