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Gran Bretagna, gemellini nascono dal seme del padre morto

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È già polemica in Inghilterra

francesca Belotti
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Sono nati dopo due anni dalla morte del padre. Sono i due gemellini Ruby e Chaise Bowen, due bebè nati al Princess of Wales Hospital di Bridgend, in Gran Bretagna. Grazie a una provetta e al seme congelato del padre, ucciso nell'aprile 2008 da una rara neoplasia che attacca le ossa, sono venuti alla luce i fratellini Bowen. E in Gran Bretagna è già polemica. La storia - Il signor Bowen aveva appena 22 anni quando decise, insieme alla compagna Kelly, di congelare il suo seme prima di sottoporsi a duri cicli di chemioterapia per lottare contro il tumore che lo aveva colpito, ovvero il sarcoma di Ewing. Grazie a una provetta e al seme congelato del padre, ucciso nell'aprile 2008 da una rara neoplasia che attacca le ossa, sono venuti alla luce i fratellini BowenNell'ottobre 2007, mentre Gavin combatteva la sua guerra contro il cancro, la coppia ebbe la prima figlia, Shay, nata grazie alla fecondazione in vitro. Ma la neoplasia, nonostante il coraggio di Kelly e Gavin, ha proseguito la sua corsa e ha ucciso il giovane appena due giorni dopo dal matrimonio che lo aveva legato alla sua compagna, celebrato nella loro casa nel piccolo villaggio di Caerau, vicino Maesteg, nel sud del Galles. “Prima che la malattia lo vincesse, io è Gavin avevamo deciso di dare un fratellino o una sorellina alla piccola Shay - racconta la signora Bowen - ma il cancro l'ha portato via in un soffio, troppo presto per realizzare i nostri progetti”. Ma dopo qualche tempo Kelly si è detta: “Posso farcela comunque”. Una decisione tutta in salita, con due cicli di fecondazione andati male. “Ero molto preoccupata - spiega la donna - perché, nonostante i tentativi, non ero riuscita a rimanere incinta. Ma ho deciso di provare ancora, e ho saputo di aspettare due gemelli giusto la settimana precedente dall'anniversario della morte del mio Gavin”, ricorda. “Il nuovo anno non poteva iniziare meglio - afferma Kelly entusiasta - Sono certa che questo è un meraviglioso dono che proviene da Gavin, sono convinta che ci sta guardando e che è stato al nostro fianco fino a questo momento”. Casi analoghi - Il caso, destinato a riaccendere il dibattito in Gran Bretagna, ricorda quello di Diane Blood, la donna che portò avanti una dura battaglia legale per avere un bambino dal seme del marito morto. Un caso analogo ha scosso di recente le coscienze anche in Italia, dove una donna di Vigevano aveva tentato di avere un figlio dal marito in coma ricoverato alla Fondazione Maugeri di Pavia. L'uomo è morto dopo 5 mesi di agonia, ma il suo seme è stato trasferito all'estero dove sarebbe possibile aggirare il divieto di fecondazione post-mortem in vigore nel nostro Paese.

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