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Tasse giù, il Pd dice no

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La Cgil e l'opposizione contro la riforma delle due aliquote. Epifani: demagogica. Letta: slogan elettorale. Ma i tagli proposti da Berlusconi porterebbero uno stipendio in più nelle tasche degli italiani

Albina Perri
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La Cgil si mette di traverso. Un'altra volta. Il sindacato del no sempre e a tutti i costi boccia anche la riforma del fisco. La manovra allo studio del Governo potrebbe portare vantaggi e soldi alle famiglie, ma per Epifani è "demagogica". Dopo il no di Bersani, dunque, l'opposizione ha deciso di chiudere un'altra volta la porta in faccia alla maggioranza.  La rivoluzione fiscale proposta da Berlusconi potrebbe portare fino a tremila euro nelle tasche di chi ne guadagna 30 mila. Direttamente in busta paga. Uno stipendio in più all'anno, circa. Possibile criticare? La priorità per il Pd è di portare dal 23% al 20% l'aliquota per la grande maggioranza dei lavoratori dipendenti Bersani ed Epifani ci riescono. Al leader del sindacato non piacciono i tempi: la riforma fiscale rilanciata da Berlusconi vuol cambiare tutto dopo, per non cambiare nulla adesso, dice. E non è d'accordo nemmeno sui numeri: due aliquote sono troppo poche perché non rispettano la progressività e anche le percentuali scelte non vanno bene. "E' una mossa furba, propagandistica - commenta - fatta apposta per rimandare decisioni che dovrebbero essere prese subito. Si propone un progetto globale, che chiede tempi lunghi e approfondimenti, e si tralasciano interventi - come le detrazioni - che potrebbero invece dare sollievo immediato alle famiglie impoverite dalla crisi". Non solo: "Anche le due aliquote di cui si parla sono sbagliate perché la prima, quella al 23 per cento, è troppo alta, dovrebbe scendere al 20. E la seconda, quella del 33, è troppo bassa. Così facendo si promettono grandi risparmi ai redditi medio alti, ma si concede poco a chi ha entrate ridotte". Stessa proposta del Pd. Dice infatti Enrico Letta, vicesegretario del Pd: «Noto la cautela del Tesoro che già rinvia tutto all'anno prossimo. Il che, a maggior ragione, mi puzza di campagna elettorale». Secondo Letta, si tratta di uno «slogan elettorale» in vista delle elezioni regionali dal momento che Berlusconi «ha avuto 8 anni di tempo per realizzare le promesse e non s'è visto nulla». La priorità per il Pd, invece, è di «portare dal 23% al 20% l'aliquota per la grande maggioranza dei lavoratori dipendenti»   Le proposte che proprio oggi il sindacato presenterà all'attenzione di Berlusconi poggiano su basi diverse: riduzione delle tasse per cento euro al mese per redditi da lavoro e pensionati e recupero dell'evasione. Il mix di interventi che porterebbe a questi obiettivi, nei piani della Cgil, fa base su una riforma Irpef che per il periodo 2010-2012 dovrebbe costare 19,8 miliardi. Dovrebbe comprendere la riduzione della prima aliquota dal 23 al 20 per cento - appunto - e della terza dal 38 al 36; un aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e da pensione per almeno 500 euro entro marzo; l'innalzamento e unificazione delle quote esenti. In più la tassazione delle rendite finanziarie al 20 per cento e una tassazione extra per grandi patrimoni (sopra gli 800 mila euro). Insomma, Berlusconi è tornato al lavoro. Ecco alcuni dei punti salienti della giornata di oggi. Entro il 2010- Fermandosi a parlare con i cronisti al suo rientro a Roma, il premier, interrogato sui tempi della riforma fiscale, afferma: «Non lo so, c'è da lavorare, penso però che si possa fare quest'anno. Soprattutto se ci sarà la volontà di tutte le parti penso che si possa fare». L'aggressione in Duomo - Il premier non ha rinunciato a una battuta sull'aggressione che lo ha tenuto lontano dalla politica per un mese. Rispondendo a una domanda sulle ormai celebri statuette del Duomo, ha detto: «Hanno perso di valore, ormai te le tirano dietro». E sulle ferite che ha riportato: «Ho pochissimi segni. Purtroppo per il dente dovrò fare un impianto. Ma ho fatto dei muscoli fortissimi». Entrando a Palazzo Grazioli, il premier si è affacciato nella redazione di Red tv, emittente dell'ala dalemiana del Pd, per fare gli auguri ai redattori. Napolitano- Berlusconi ha annunciato che stasera incontrerà il presidente Napolitano. Il primo appuntamento per il presidente del Consiglio è però il pranzo di lavoro con il ministro Alfano, i coordinatori del Pdl, capigruppo, vice e presidenti di commissione. Tema: la giustizia. Uno dei punti da chiarire riguarda il disegno di legge per il legittimo impedimento, dato che martedì è fissata la scadenza del termine degli emendamenti. Sul tavolo anche gli altri provvedimenti, dal processo breve al Lodo Alfano bis. Riforme-  Il Cav detterà poi le linee guida per il 2010. Oltre a riforma fiscale e interventi sulla giustizia, anche riforme costituzionali. Si parlerà anche di Regionali. Il premier ascolterà i coordinatori, c'è ancora da sciogliere il duplice nodo Puglia-Campania.

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