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Niente decreto blocca processi

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L'annuncio dato dal ministro Vito. La prossima settimana si vota il dl sul processo breve

Maria Acqua Simi
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Il ministro per i rapporti col Parlamento, Elio Vito, ha annunciato che non ci sarà alcun decreto blocca processi al Consiglio dei Ministri.  Questo perché la sentenza della Corte Costituzionale che avrebbe ispirato il decreto, ha detto il ministro ai presidenti dei gruppi, "è immediatamente applicativa" e di conseguenza non c'è necessità di un decreto per attuarla. Il disegno di legge sul processo breve torna in Commissione: lo ha reso noto il presidente dei senatori dell'IdV Felice Belisario, e sarà votato in Aula la prossima settimana. Il presidente del Senato, Renato Schifani, si dice "soddisfatto» perché riguardo al processo breve, la conferenza dei capigruppo "ha accolto la mia proposta di mediazione. Ho infatti applicato il comma 11 dell'articolo 100 del regolamento del Senato che consente al presidente di rimandare in commissione per alcune ore parti di norme". "Spero - ha aggiunto il presidente - che questo possa riportare un clima di serenità nel dibattito, dopo che la differenza tra le posizioni politiche aveva portato ad atteggiamenti di estrema protesta, al limite dell'esasperazione. Mi auguro - ha concluso - che questa scelta consenta al Senato di lavorare in un clima di serenità".  Lavori in corso- La questione ancora aperta sarebbe la durata della sospensione dei processi in corso in primo grado così da consentire all'imputato, nell'ipotesi di contestazioni suppletive in dibattimento relative a circostanze che già emergono dal fascicolo del pm, di ricorrere al rito abbreviato. I novanta giorni di sospensione, prospettati in origine nella bozza di testo sottoposta al Quirinale dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, sarebbero scesi a una durata inferiore, dopo un lavorio di mediazione che ha visto impegnato anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. La decisione di non fare un decreto sembra indicare, tuttavia, che una intesa sulla durata della sospensione non sarebbe stata trovata. L'ipotesi di uno 'stop' di 45 giorni prospettata nei colloqui con il Colle potrebbe essere stata considerata insufficiente dai 'tecnici' di Berlusconi che avrebbero preferito, a questo punto, una sospensione di 60 giorni, utile anche in vista dell'imminente campagna elettorale. Per effetto del decreto, infatti, i due processi a carico del premier (Mills e Mediaset) sarebbero sospesi.

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