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Minzolini riabilita Craxi

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E Di Pietro lo querela

Maria Acqua Simi
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Augusto Minzolini, direttore del Tg1, torna a creare polemiche per la decisione di mandare in onda un editoriale in cui definisce Bettino Craxi "un grande statista". IL che ha ovviamente scatenato le ire di Di Pietro, che non ha mancato di replicare. Secondo Minzolini, Craxi è stato un "capro espiatorio". Richiamandosi alla vicenda della guerra fredda, il giornalista ha sottolineato che "una democrazia costosa, permise per cinquant'anni al nostro Paese di restare nel mondo libero: da un lato i partiti che governarono la prima Repubblica con i loro pregi e difetti, dall'altro il più grande partito comunista occidentale, con i suoi rapporti con l'Urss. Con la caduta del Muro di Berlino, per il solito paradosso italiano, i vincitori, quelli che erano sempre stati dalla parte giusta, invece di ricevere una medaglia furono messi alla sbarra. Basti pensare - ha proseguito Minzolini - che il reato portante di Tangentopoli, cioè il finanziamento illecito ai partiti, era stato oggetto di un'amnistia soltanto due anni prima: un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri. La verità è che a un problema politico fu data una soluzione giudiziaria. E l'unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, fui spedito alla ghigliottina. Per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell'imputato". E, ancora: "E' di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura. Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell'agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti, che già per questo avrebbero dovuto dimostrare di non essere di parte". La replica di Di Pietro - Immediata la replica di Antonio Di Pietro. "Per quanto riguarda Craxi la storia lo giudicherà, se è statista o non statista - dice il leader dell'Idv- ma io da magistrato ho indagato e Craxi è stato più volte condannato non perché non era uno statista ma perché aveva tre conti correnti all'estero". Per Di Pietro l'ex leader socialista scomparso dieci anni fa "era un corrotto condannato con sentenza penale passata in giudicato". Quanto a Minzolini, che "prende uno stipendio dal servizio pubblico», a giudizio di Di Pietro «non può permettersi di raccontare bugie e di diffamare coloro che hanno fatto il loro dovere". "Io privatamente querelerò Minzolini, non può accusare di intenzioni politiche chi ha fatto il proprio dovere", ha concluso Di Pietro.

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