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Maroni: subito al voto

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Viste le dimissioni di Delbono, il ministro propone un decreto d'urgenza per le elezioni anticipate a Bologna. "Ma voglio il consenso di tutte le parti politiche"

Albina Perri
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Dopo le dimissioni di Delbono, con tutta probabilità si andrà alle elezioni anticipate a Bologna. “Sono disponibile ad un provvedimento d'urgenza, ma voglio consenso di tutte le parti politiche”, ha detto il ministro degli Interni, Roberto Maroni, a Prato. In questo modo, dopo la decisione di Delbono di dimettersi ma dopo l'approvazione del bilancio, si può evitare il rischio di un anno di commissariamento. "Qualcuno ha chiesto un provvedimento di urgenza per votare anche il 28 marzo o in autunno. È stato fatto in passato, - ha aggiunto il ministro - ad esempio a L'Aquila, e io non sono contrario, ma prima ci devono essere le dimissioni formalizzate, non solo annunciate. Io sono disponibile a un provvedimento d'urgenza ma voglio il consenso di tutte le forze politiche, altrimenti non ci sarà un provvedimento autonomo del governo".  Maroni ha ricordato che su questo argomento "non c'è discrezionalità, ma c'è una legge che pone tempi precisi". "Il termine ultimo per votare il 28 marzo prossimo è scaduto il 21 gennaio -ha spiegato Maroni- e a oggi non mi risulta che le dimissioni siano state formalizzate. A oggi c'è stato solo l'aunnuncio delle dimissioni". Le dimissioni di Delbono - Dopo il Cinzia Gate, il sindaco di Bologna, Flavio Delbono rimette il mandato e dà le dimissioni. "Per me Bologna viene prima di tutto, è per questo che - spiega Delbono - siccome i tempi e i modi richiesti per difendermi eventualmente in sede giudiziaria rischiano di avere ripercussioni negative con la mia attività di Sindaco, ho già deciso in piena coscienza che rassegnerò le dimissioni dalla mia carica. Per senso di responsabilità seguirò modi e tempi che dovranno tenere presenti il bene prioritario per la città, a partire dal fatto che nei prossimi giorni inizierà in aula l'esame per l'approvazione del bilancio 2010 di cui rivendico la bontà, così come sono orgoglioso delle cose fatte in questi mesi". Intanto, dalle file dell'opposizione, chiedono un decreto al governo per poter votare nel 2010. "Dopo le dimissioni del sindaco e senza un decreto del Governo il rischio è che Bologna sia amministrata da un commissario prefettizio per oltre un anno" spiega Paolo Foschini, vicepresidente Pdl del Consiglio comunale. "Il commissario resta di norma in carica sei mesi, ma normalmente non si vota due volte in un anno", ha spiegato, chiarendo che "l'ipotesi del commissariamento a lungo non è termine non è campata in aria" anche se, ha riconosciuto "sarebbe bizzarra". La soluzione, dunque, potrebbe essere quella di chiedere al Governo un decreto che permetta a Bologna di uscire da una così lunga empasse amministrativa. Romano Prodi - "Le dimissioni di Flavio Delbono  sono un gesto di grande sensibilità nei confronti di Bologna. Esse dimostrano un senso di responsabilità verso la comunità che va al di là dei propri obblighi e delle proprie convenienze. Delbono ha  confermato, a differenza di altri, di saper mettere al primo posto il  bene comune e non le sue ragioni personali" ha dichiarato l'ex primo ministro Romano Prodi. "Ora - aggiunge - sarà più libero e forte nel dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli sono contestati e potrà essere  anche in futuro una risorsa per la politica italiana". Arturo Parisi: "Nulla ho da dire sulle sue dimissioni"- "Ne prendo atto con rispetto e disagio". È il commento lapidario sulle dimissioni del sindaco di Bologna Flavio Delbono da parte di Arturo Parisi, tra i fondatori dell' Ulivo e bolognese di adozione. «Poco dissi in occasione della sua candidatura, nulla ho da dire sulle sue inattese dimissioni - ha affermato - Ne posso solo prendere atto con rispetto e allo stesso tempo con disagio» Renato Zangheri: "È difficile giudicare" - A Bologna deve prevalere la necessità di un governo "sereno ed efficiente", come "anche Delbono ha auspicato". È il commento di Renato Zangheri, storico sindaco Pci di Bologna dal 1970 al 1983 e presidente del comitato elettorale per Delbono sindaco, sull'annuncio di dimissioni del primo cittadino. "È difficile giudicare nel merito una vicenda che, dall' esterno, appare più intricata e complessa di quanto poteva apparire all'inizio", ha affermato, raggiunto al telefono nella sua abitazione. "In ogni caso - ha aggiunto - mi pare che siano tutti d'accordo nel ritenere che dovrebbe prevalere la necessità di un governo della città sereno ed efficiente, come anche Delbono ha auspicato". Il Cinzia Gate - Flavio Delbono è accusato di  peculato, abuso d'ufficio, truffa aggravata per uso improprio di soldi pubblici a fini privati nell'ambito del cosiddetto Cinzia-Gate. Le incriminazioni si riferiscono a quando Delbono era vicepresidente della Regione e usava portare con sè in alcuni viaggi, pagati con soldi pubblici, l'ex fidanzata ed ex segretaria Cinzia Cracchi. L'interrogatorio-  Il sindaco Flavio Delbono è arrivato puntuale alle nove sabato in Piazza Trento Trieste, sede della Procura felsinea, accompagnato dal suo legale, avvocato Paolo Trombetti hqa lasciato l'aula alle 14.05. Il sindaco ha lasciato Piazza Trento e Trieste alle 14.05 accompagnato dall'avvocato Paolo Trombetti. Per due ore, spiega il legale, Delbono ha risposto alle domande del Pm sui viaggi al centro dell'inchiesta, mentre nella seconda parte il sindaco ha fornito dichiarazioni spontanee in merito agli altri temi emersi. Su quanto gli è stato contestato dai magistrati “abbiamo fornito ampi elementi per dimostrare l'uso corretto delle risorse pubbliche e abbiamo fornito anche documenti e prove testimoniali che potranno attestare la correttezza del mio comportamento”, afferma Delbono parlando ai cronisti. “Rimane un errore dell'ufficio, probabilmente indotto da un'incomprensione tra me e l'ufficio- continua il sindaco- che ha prodotto un rimborso non dovuto a mio favore di circa 400 euro, ovviamente sarà mia premura procedere alla restituzione di queste risorse”.  E ha aggiunto che la cifra limitata “non può che essere frutto di un disguido, non certo di un disegno criminoso”.  Per quanto riguarda invece l'uso del bancomat, intestato ad un suo amico, Delbono ha precisato: “Si tratta di una operazione assolutamente tra due amici, non c'è nessun legame di affari, ma nasce dalla restituzione di una anticipazione che io avevo fatto a lui per un acquisto di una casa che poi non si è materializzata”.

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