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Balene, prima spedizione scientifica non letale

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Piccoli frammenti di Dna saranno raccolti senza uccidere i cetacei

Eleonora Crisafulli
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Sei settimane a bordo di una nave per studiare le balene. Sono partiti oggi dalle coste della Nuova Zelanda 18 scienziati australiani, neozelandesi e francesi impegnati nella prima spedizione non letale sui cetacei. Lo studio sulle abitudini alimentari e i comportamenti degli animali rappresenta una sfida al Giappone, che continua a pescare oltre mille balene l'anno in nome della ricerca scientifica. Per raccogliere i dati, invece, i piccoli frammenti di Dna utili saranno raccolti con freccette, senza che sia necessario uccidere. La ricerca sarà presentata a maggio al meeting della Commissione Internazionale per la caccia alle balene. Peter Garrett, ministro australiano per la Salvaguardia dellAmbiente, ha sottolineato che il progetto Southern Ocean Research Partnership, ha come scopo la tutela degli abitanti marini e ha ribadito: “Rimaniamo totalmente e completamente contrari all'uccisione delle balene in nome della scienza”. La Tangaroa, è la più grande di una flotta di tre navi attrezzate per la ricerca oceanografica. In affitto da una società neozelandese, ha cinque laboratori con specializzazioni diverse, zone di ricerca al computer, sistemi di conservazione per i campioni rilevati. La nave in passato ha lavorato anche peril  Japan Institute of Polar Research, esaminando le forme di vita nei ghiacci, e nel 2000 per l'Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste, nei ghiacci antartici tra Dibble e Ninnis.

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