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"Sposalizio" tra due donne a Torino

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Partecipa anche il sindaco Chiamparino

Monica Rizzello
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Si sposano oggi pomeriggio Antonella D'Annibale e la sua compagna Debora Galviati Ventrella, con una cerimonia-festa al locale “La Rotonda” di Torino. «Noi volevamo solo sposarci, niente altro da quando ci siamo conosciute la prima volta nove anni fa, ma oggi due persone omosessuali che si amano e vogliono sposarsi devono per forza mettere in piazza il loro privato» ha spiegato Antonella D'Annibale, parlando di «palese discriminazione», alla conferenza stampa di questa mattina, visibilmente emozionata. «In questi nove anni - ha detto ancora Antonella - ci ha accompagnate il fatto che non potevamo farlo, che abbiamo speso il nostro tempo per lottare per avere un riconoscimento sociale e civile per tutte le persone omosessuali e transessuali». Al matrimonio, o meglio “sposalizio”, come è definito anche nell'invito, prenderà parte anche il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. È sempre Antonella a raccontare come il percorso che ha portato la coppia nell'ufficio del primo cittadino, in uno dei colloqui del sabato mattina con i cittadini: «Siamo andate da lui e gli abbiamo chiesto un gesto simbolico forte e lui ci ha detto sì, ci ha detto che era una cosa simbolica, che non aveva valore legale e che non si sarebbe potuto fare in un luogo della pubblica amministrazione, ma ci ha detto sì e oggi eccoci qui». Ancora più emozionata la sua compagna Debora, che ha osservato come «oggi è sicuramente un evento che ha una valenza pubblica e politica, ma per noi è il nostro matrimonio». Roberta Padovano, una delle portavoci del comitato Pari opportunità per le unioni civili, ha sottolineato che «per noi e per la città è un giorno molto speciale, in cui si saldano due eventi, lo sposalizio che Antonella e Debora celebreranno e che ha un piano simbolico di grande portata politica e culturale in un paese in cui il piano culturale non riesce a tradursi sul piano delle leggi, e il momento delicato a cui è giunta la proposta di delibera di iniziativa popolare sulle pari opportunità delle unioni civili». Uno dei promotori della proposta di delibera sottoscritta da oltre 2.800 persone, Stefano Mossino, ha infatti spiegato che «noi non chiediamo niente di più di quello che già esiste, perché già oggi le normative impongono alle famiglie anagrafiche un certo tipo di riconoscimento per così dire negativo, come l'obbligo del cumulo dei redditi per i conviventi, noi chiediamo solo un riconoscimento anche per gli aspetti positivi e non serve un registro delle unioni civili o un'anagrafe parallela per farlo». Infine, a proposito della partecipazione del sindaco Chiamparino allo “sposalizio” delle due donne, una delle quali dipendente comunale, Tullio Monti, coordinatore della Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, ha parlato di un «atto simbolico che però va al di là del simbolo», ribadendo, tuttavia, che «non è un'iniziativa elettorale». Tullio Monti ha concluso invitando Chiamparino, come presidente dell'Anci, a portare agli altri Comuni d'Italia «lo stimolo a continuare questa battaglia di civiltà e libertà».

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