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Mauritania, scade l'ultimatum per Cicala e la moglie

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Al Qaeda nel Maghreb islamico ha chiesto entro oggi la liberazione di terroristi detenuti

Eleonora Crisafulli
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Scade oggi l'ultimatum di Al Qaeda nel Maghreb islamico per il rilascio dell'italiano Sergio Cicala e della moglie Philomene Pawelgba, rapiti in Mauritania lo scorso 17 dicembre. A lanciare l'ultimo appello è stato lo stesso Cicala. Il messaggio - In un messaggio audio diffuso da un sito islamico l'uomo ha chiesto aiuto al governo: «La mia libertà e quella di mia moglie dipendono dalla concessioni che il governo italiano è disposto a fare. Spero che il governo si interesserà il più presto possibile alla nostra situazione e quindi alle nostre vite, attendiamo con fiducia che questa situazione possa risolversi nella maniera migliore possibile, con la liberazione mia e di mia moglie; il presidente Berlusconi è sempre stato noto per la sua grande generosità, spero che possa aiutare me e mia moglie». Sulla delicata faccenda la Farnesina «mantiene il silenzio stampa». L'ultimatum - Nella nota pubblicata su internet il 4 febbraio, i terroristi di Al Qaeda nel Maghreb islamico davano «venticinque giorni di tempo a partire dall'emissione del comunicato per liberare i nostri prigionieri», quattro terroristi del Mali (già rilasciati) e alcuni detenuti in Mauritania.

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