Anna Bolena era una "ninfomane" "sporcacciona"
Il libro di uno studioso capovolge la storia
Anna Bolena (1501-1534) è convenzionalmente ritenuta un'innocente vittima, ma una nuova biografia, scritta dallo studioso George Bernard, potrebbe cambiare le carte in tavola e dare una luce diversa alla sovrana. Secondo il libro di Bernard, la seconda moglie di Enrico VIII (1491-1547) fu adultera, e non in un'unica occasione. Così, i cinque uomini che confessarono, sotto tortura, di avere intrattenuto rapporti intimi con la regina non furono i suoi unici amanti. Il professore, a dimostrazione della propria tesi, cita anche un poema del 1545 scritto da Lancelot de Carles, un poeta protetto dall'ambasciatore francese alla corte di re Enrico VIII . Il documento presenta la regina come “sporcacciona”, o, per usare una terminologia più attuale, una “pervertita ninfoname”, e la accusa di “disprezzare” il suo matrimonio e di essere in cerca di riti sessuali “infami”, mettendo ad esempio “la lingua nella bocca” di suo fratello George, visconte di Rochford. George Bernard è professore di storia moderna alla Southampton University e direttore del periodico “English Historical Review”, a conclusione di un'ampia ricerca sulla figura di Anna Bolena, è giunto a conclusioni evidentemente sconvolgenti, che riabilitano in un certo senso Enrico VIII, la cui vicenda con Anna Bolena fu causa di sconvolgimenti politici e religiosi. La seconda moglie di Enrico VIII fu processata e condannata a morte nella Torre di Londra per adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento. Secondo Bernard, quindi, il re d'Inghilterra, che promosse la separazione della chiesa anglicana da quella romana, ebbe “buone ragioni” per ripudiare la moglie, a causa dei suoi “comportamenti irriguardosi e licenziosi”. Pur precisando di formulare solo ipotesi, in base all'interpretazione di alcuni documenti dell'epoca, il professor Bernard sostiene dunque che Anna Bolena tradì ripetutamente il sovrano, a causa della sua smodata “fame di sesso”. Lo storico inglese nel libro “Anne Boleyn: fatal attractions” - che la Yale University Press pubblicherà nel mese di aprile - arriva a definire la regina “una ninfomane”, se è vero che Enrico VIII avrebbe avuto modo di osservare ripetuti comportamenti particolari della moglie e, raccogliendo informazioni inquietanti circa una sua presunta vita sessuale sfrenata, sarebbe giunto a considerare “ragionevole” accusarla di adulterio.