Ci avete r'otto marzo - Avanti donne, parlateci di voi
Anche quest'anno la solita festa. Ma per il genere femminile qualcosa poi cambia davvero? Raccontate a Libero le vostre esperienze
Parliamo di noi. Non dell'Africa nera, di Cuba o della Thailandia. Parliamo di Italia. Parliamo di donne. Dei milioni che nella vita hanno dovuto subire la prepotenza di un maschio. A chi non è capitato: il maniaco sul tram, il fratello bullo, il marito che ti scambia per la filippina, il capo che ti spiega che sei emotiva perché sei femmina, e questo è il tuo problema, bambina. Piccole violenze di tutti i giorni. Non parliamo delle stuprate, delle picchiate, delle molestate. Loro sono vittime assolute. Parliamo invece di tutte quelle che vengono messe in discussione per un cromosoma, un diavolo di cosino a forma di x che nemmeno si vede, ecco, parliamo di tutte noi. L'otto marzo è un giorno speciale, in cui i maschi spezzano rametti puzzolenti pieni di pallini gialli pelosi che cascano e sporcano dappertutto, poi vi dicono auguri e tanti saluti. Vi sembrerà bello, l'otto marzo. Il problema è che arriva il nove, e tutto resta uguale. L'otto marzo è come Natale, si è buoni per finta, mica ci cascherete. Allora qui aspettiamo i vostri sfoghi, le vostre urla isteriche, la vostra gioia di essere donne, i vostri racconti dal pianeta "rosa" -che orrore di colore il rosso slavato-, la vostra forza quotidiana. Raccontateci perché non siamo da meno di loro, e perché, nel 2010, ancora serve dircelo e non è sottinteso. Vi aspetto qui, fate conto che metto su il tè.