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Rovigo, clinica cinese per aborti

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Una falsa dottoressa operava: il blitz della polizia è scattato grazie ad una "complice"

francesca Belotti
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Praticava aborti clandestini in un appartamento adibito ad ambulatorio medico in pieno centro a Rovigo. La Polizia di Stato, nell'ambito delle attività di controllo dei laboratori ed attività commerciali di proprietà e gestiti da cittadini cinesi, ha scoperto un giro di affari clandestino gestito da una donna di nazionalità cinese, Defei Hu, denunciata ora per esercizio  abusivo della professione, procurato aborto e ricettazione. L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Rovigo, è partita da un volantino con scritte in cinese trovato durante un controllo ad un laboratorio in viale Porta Po, nel quale si pubblicizzava un ambulatorio medico gestito dal dottor Hu, specializzato anche in medicina abortiva. Nel depliant nessun indirizzo, ma solo due utenze telefoniche che, verificate, erano intestate ad un pakistano di 27 anni e ad un cinese di 34 anni residente a Padova.  Una di queste utenze però era stata riportata in modo errato e solo grazie alla lettura da parte degli investigatori del quotidiano in lingua cinese “Il Tempo Europa Cina” si sono potute notare inserzioni analoghe con il numero di telefono corretto. Ma dell'indirizzo dell'ambulatorio ancora nessuna traccia. Con la collaborazione quindi di una cittadina cinese, disponibile a chiamare per un appuntamento, gli investigatori sono riusciti a trovare l'appartamento. La potenziale “paziente” è stata accompagnata in tempo reale con indicazioni telefoniche dal sedicente dottor Hu in un bar per poi essere “presa in carico” da un complice cinese e condotta fino all'ambulatorio, sito in pieno centro a Rovigo, in Corso del Popolo 58. Disposta la perquisizione, gli uomini della Polizia hanno potuto riscontrare che a gestire l'ambulatorio era una donna cinese, Defei Hu, che stava visitando tre connazionali, due adulti ed un bambino, su un tavolino adibito a lettino medico. Nell'appartamento sono stati trovati macchinari e strumentazioni utilizzati per visite ginecologiche e pratiche abortive, come divaricatori, spirali, isterometri, attrezzi per il raschiamento, cannule da isterosoluzione collegate ad un aspiratore per l'utero. Inoltre è stata posta sotto sequestro una sorta di farmacia con numerosi medicinali con etichetta, non sempre presente, in caratteri cinesi e in rarissimi casi bilingue (cinese e inglese).

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