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Catania, i killer sbagliano obbiettivo

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Agguato mafioso con clamoroso errore

francesca Belotti
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I sicari che hanno assassinato Giovanni La Porta, l'uomo di 39 anni freddato con diversi colpi di pistola, di cui due-tre al viso, ieri sera nel rione San Cristoforo di Catania in un agguato che gli investigatori ritengono di stampo mafioso, potrebbero aver commesso un clamoroso errore. Secondo una tesi presa in considerazione da polizia e Procura, probabilmente gli assassini lo avrebbero confuso con suo cognato, Orazio Magrì, ritenuto affiliato alla cosca Santapaola, che abita nella casa di via Bellia davanti alla quale è stato commesso l'omicidio. Magrì, intanto, si è reso irreperibile: un altro particolare che fa pensare alla polizia che temesse di essere lui l'obiettivo dei sicari. La Porta, secondo gli inquirenti, non è considerato elemento di alcun spessore criminale, e avrebbe avuto, secondo questa tesi, il torto di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Chi gli ha sparato probabilmente non conosceva né lui né suo cognato e questo fa sospettare che chi abbia agito non sia del loro gruppo, facendo così escludere un delitto di pulizia interna e rendendo verosimile quello compiuto da un clan rivale. Nelle scorse settimane un presunto gruppo di fuoco del clan dei Carateddi, frazione armata della cosca Cappello e rivale della “famiglia” Santapaola, è stato fermato dalla polizia a Catania mentre rientrava nel suo covo, ma almeno per il momento non ci sono collegamenti tra i due episodi. Le indagini della squadra mobile della Questura di Catania sono coordinate dal sostituto procuratore della Dda etnea Antonino Fanara che ha disposto l'autopsia sul La Porta, che sarà eseguita nel pomeriggio.

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