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La Svizzera rinuncia alle restrizioni dei visti

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In cambio il Consiglio federale elvetico chiede alla Libia di "rivedere" l'interdizione dei cittadini Schengen

Eleonora Crisafulli
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La Svizzera è pronta a rinunciare alla lista di restrizioni dei visti per alcune personalità libiche. Lo annuncia il Consiglio Federale elvetico, precisando, in una nota, che, nel quadro della mediazione dell'Unione Europea la Svizzera è disposta in tempi brevi a eliminare la lista che vietava "l'ingresso e il transito sul territorio svizzero" ai libici. Ma in cambio, ci si attende che la Libia "riveda la sua decisione" ed elimini l'interdizione di ingresso ai cittadini Schengen. L'obiettivo delle autorità, secondo l'agenzia Ats, resta la liberazione del cittadino svizzero Max Goeldi. Lo scontro Svizzera-Libia - Ad innescare la tensione tra i due paesi, è stato l'arresto del figlio del colonnello Gheddafi, Hannibal Gheddafi, fermato il 16 luglio 2008 insieme alla moglie, per aver picchiato due camerieri di un lussuoso hotel di Ginevra. Il giorno successivo i due stati rilasciati su cauzione e sono tornati in Libia. A quel punto Tripoli ha bloccato per una settimana le forniture di petrolio alla Svizzera. Poi, il 3 settembre 2008, la Procura di Ginevra ha archiviato le accuse contro Hannibal dopo che i due camerieri hanno ottenuto un ingente risarcimento e il permesso di soggiorno in Svizzera. Il 9 ottobre Tripoli ha bloccato di nuovo le forniture di petrolio alla Svizzera e ritirato sette miliardi di dollari dalle banche della confederazione elvetica. Il 23 dicembre 2008 viene cancellato il collegamento Swiss tra la Svizzera e la Libia. Nove mesi dopo circa, il 20 agosto 2009, arrivano le scuse ufficiali del presidente svizzero Hans Rudolph Merz per l'ingiusta detenzione di Hannibal e il 3 settembre Gheddafi annuncia che chiederà all'Onu lo smembramento della Svizzera e l'assegnazione dei suoi territori a Francia, Italia e Germania. Il 7 novembre vengono liberati e sono nell'ambasciata svizzera a Tripoli due uomini d'affari svizzeri arrestati all'indomani dell'arresto di Hannibal. L'ultima mossa in questa escalation di tensione risale a domenica 14 febbraio 2010, quando la Svizzera sceglie di proibire a 188 libici, tra cui la famiglia di Gheddafi, l'ingresso in territorio elvetico.

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