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Ergastolo per il killer del medico abortista

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Al momento dell'arresto dichiarò: "Con Tiller in vita troppi bambini non-nati erano in pericolo"

Eleonora Crisafulli
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E' stato condannato al carcere a vita l'uomo che lo scorso anno uccise un medico abortista in Kansas. Scott Roeder, 52 anni, si scagliò sulla sua vittima, George Tiller, 67 anni, sul sagrato di una chiesa. Al momento dell'arresto, poche ore dopo l'omicidio, confessò subito e spiegò alla polizia di aver agito perché «con Tiller in vita troppi bambini non-nati erano in pericolo». Pro life e pro choice - Da allora non solo l'assassino non ha mai mostrato segni di pentimento, ma è anche diventato una sorta di idolo per alcuni gruppi "pro lifè" degli Stati Uniti, accusati a loro volta dagli abortisti "pro choice". La famiglia di Tiller in una dichiarazione spontanea resa prima della sentenza aveva chiesto alla corte una sentenza che fosse «di lezione per l'opinione pubblica americana sull'aborto» e contribuisse «a cambiare la cultura di questo Paese». Il processo - Il pubblico ministero nella sua requisitoria aveva definito il gesto di Roeder come un «atto di terrorismo» e aveva chiesto il massimo della pena. I difensori dell'omicida, sottolineando che il loro assistito ha subito confessato, si sono rimessi alla corte chiedendo semplicemente che «fosse applicata la legge». Roeder ha confermato la linea seguita in tutto il processo e anche in aula, prima della sentenza, ha tentato di far valere le motivazioni di quel gesto: «L'ho fermato perché dovevo farlo. Oggi senza il dottor Tiller Wichita è un posto di gran lunga più sicuro per i bambini non nati». Il giudice Warren Wilbert non gli ha riconosciuta alcuna circostanza attenuante e lo ha condannato al «carcere a vita» in base alla norma del codice penale americano denominata 'Hard 50'. Accogliendo le richieste della difesa, ha poi ordinato che Roeder non possa uscire di prigione prima della scadenza della pena.

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