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Italia condannata per aver espulso un tunisino fondamentalista

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La Corte europea obbliga a pagare 21mila euro per i danni morali e i costi delle spese processuali

Michela Ravalico
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La Corte europea ha condannato l'Italia a un risarcimento da 21 mila euro per aver espulso un cittadino tunisino, residente in Italia dal 1986, condannato per terrorismo. La storia è quella di Mourad Trabelsi, 40 anni, residente in Italia dal 1986 con la moglie, anch'essa tunisina, e tre figli nati in Italia. Nel 2003 Trabelsi era stato arrestato con il sospetto di essere legato a gruppi fondamentalisti islamici in Italia e di star tramando azioni criminali, nonchè per favoreggiamento dell'immigrazione  clandestina. Dopo una prima condanna del 15 luglio 2006 a Cremona a 10 anni di carcere con sentenza di espulsione a fine pena, la condanna è  stata ridotta a 7 anni da Tribunale di Brescia che ha però annullato la parte relativa all'immigrazione clandestina. La sua pena era stata poi ridotta di di circa 15 mesi. Dopo la sua espulsione in Tunisia, contro Trabelsi è stata eseguita una condanna già emessa in contumacia a 10 anni per terrorismo. La richiesta dei giudici europei - La Corte di Strasburgo, il 18 novembre 2008, aveva chiesto all'Italia di non procedere all'espulsione visti i rischi nel suo paese di trattamenti contrari all'articolo 3 della Convenzione europea  sui diritti umani, e cioè quelli disumani o degradanti. L'Italia aveva ignorato la richiesta, e si è dunque resa responsabile, secondo  i giudici di Strasburgo, di violazione dell'articolo 3. Per questo motivo il governo italiano è stato condannato a un risarcimento per un totale di 21.000. L'indennizzo che dovrà pagare l'Italia è di 15.000 euro per i danni morali e di 6.000 euro per i costi e le spese processuali  sostenute da Trabelsi.

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