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Appunto/di Filippo Facci

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I fatti separati dalle notizie

Monica Rizzello
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Ho letto l'editoriale in cui il direttore di Libero, ieri, tracciava i suoi personali confini circa ciò che dovrebbe essere un giornale fiancheggiatore: un lettore, infatti, aveva lamentato che certi articoli potessero arrecar danno al centrodestra. Aggiungo, alle considerazioni basilari già espresse circa il diritto & dovere di critica, tre cosette in croce. La prima: non so di altri, ma io ho cercato di fare il giornalista proprio perché non volevo fare politica, non perché volevo farla con un travestimento. La seconda: nel momento in cui pieghi la realtà e soprattutto le opinioni - anche le tue - a una causa politica, non sei neppure più di parte: stai facendo propaganda. La terza: noto però una preoccupante e crescente tendenza di certa stampa, fiancheggiatrice o schierata che sia, a sottodimensionare le notizie che non sono «bipolarizzabili»: il disastro aereo polacco o la disgrazia del treno di Merano, per esempio, su certi giornali hanno avuto poco spazio in quanto accadimenti neutri e non scaraventabili contro l'avversario. Gli arresti dei medici di Emergency, per fare un secondo esempio, si prestavano invece benissimo: e allora giù pagine per giorni e giorni. Terremoti e incidenti e calamità naturali in sostanza non servono nessuna causa e sono la noia dei giornalisti malati di politica: doversene occupare per forza, magari anche in tv, senza il sale di certa ciarleria da talkshow,  li annoia. Rischiano di occuparsi soltanto di notizie. Una sciagura.

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