"Carcere a chi sporca le città"
Governo diviso, slitta il decreto
Chi riduce le città a una discarica finirà in carcere. Per ora è solo un'ipotesi avanzata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma parzialmente bocciata dalla stessa maggioranza, divisa sulla questione dei rifiuti. "Dobbiamo considerare le nostre strade, le nostre belle piazze, le nostre città come espansioni delle nostre stesse case. Stiamo studiando norme per sanzionare chi getta una carta, una plastica, un pacchetto di sigarette o un mozzicone con multe. O addirittura, nei casi più gravi come quando si getta un frigorifero, copertoni, scaldabagni, con sanzioni penali". Il premier Silvio Berlusconi, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, torna su uno dei nodi non sciolti oggi durante la riunione dell'esecutivo a Napoli e conferma la volontà di punire con sanzioni penali chi sporca con rifiuti le città italiane. "Credo che lo dobbiamo fare, perchè è così in tutti i Paesi occidentali e anche nei Paesi orientali. Quindi dobbiamo uscire da questa maledetta abitudine di considerare le strade delle discariche. Avremo queste norme che naturalmente stiamo soppesando con il buonsenso" L'approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge sui rifiuti e il decoro urbano (il cosidetto "decreto antigraffittari") è slittata, inquanto "il governo si è mostrato diviso sulle misure da prendere nei confronti dei singoli che inquinano". Da un lato Forza Italia, che spinge per il varo del decreto, dall'altro An e Lega Nord che sostengono l'incongruità del prevedere il carcere nei confronti di chi sporca le strade, considerandola una sanzione spropositata. Ma il premier garantisce: "Il decreto legge sull'emergenza rifiuti che il Consiglio dei ministri non ha approvato oggi sarà pronto la settimana prossima". Berluscono ha anche spiegato che nel testo è previsto "il commissariamento dei sindaci che non adempiono agli obblighi sulla raccolta e sulla gestione dei rifiuti".