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Omicidio Meredith, difesa Knox deposita appello

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Richieste nuove perizie sull'arma del delitto

Monica Rizzello
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Stamane i difensori d Amanda Knox, condannata a 26 anni di reclusione per l'omicidio di Meredith Kercher, hanno depositato l'appello alla procura di Perugia. Nel ricorso, lungo 200 pagine, si fa richiesta di nuove perizie, in particolare genetiche, e viene ribadita l'innocenza di Amanda, che continua a dichiararsi estranea ai fatti. Un'assoluzione «auspicata ormai da lunghi anni» ha detto l'avvocato Maria Del Grosso, uno dei difensori della giovane americana. Luciano Ghirga,l'altro difensore, ha chiarito che Amanda si dice «preoccupata» per il ricorso presentato dalla procura, che ha contestato la concessione delle attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi per lei e l'ex fidanzato Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni. «Spera - ha aggiunto - che qualcuno possa giudicarla in maniera diversa rispetto alla Corte d'assise di primo grado». I difensori nel ricorso hanno trattato gli argomenti che avevano indotto i giudici a  «ritenere provata» la responsabilità di Amanda nell'omicidio di via della Pergola. Le nuove perizie si rendono necessarie, secondo la difesa, perché «tutta la trama della sentenza gira attorno a un sottilissimo filo, la traccia di Dna trovata sulla lama del coltello indicato dall'accusa come l'arma del delitto e per noi insufficiente. Era necessario un approfondimento già in primo grado e sicuramente sarà indispensabile una verifica della prova genetica in appello». Gli avvocati hanno richiesto anche una nuova perizia «sulle orme risultate positive al luminol» rilevate dai ris nell'appartamento, le quali a loro parere «potevano essere apposte con un banale detergente e invece vengono considerate di sangue». La difesa ha infine dichiarato che «tutti gli argomenti della Corte sono a nostro avviso deduttivi e congetturali nello stabilire la presenza di Amanda Knox nella casa».

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