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Mediaset, i giudici sospendono il processo

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Atti trasmessi alla Corte Costituzionale per valutare la congruità con la legge sul legittimo impedimento. Ghedini: "Non vogliono applicare la norma"

Eleonora Crisafulli
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Gli atti del processo sui diritti tv di Mediaset saranno trasmessi alla  Corte Costituzionale. Lo ha deciso la prima seione penale del Tribunale di Milano affinché venga valutata la congruità con la Carta della legge 7 aprile 2010 sul legittimo impedimento continuativo di premier e ministri a partecipare alle udienze. Per uno dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini, "i giudici non vogliono applicare la legge". Ancora una volta l'avvocato ha ribadito: "Fare il presidente del Consiglio è un mestiere che occupa tempo, ma il nostro obiettivo è quello di essere assolti con formula piena partecipando alle udienze, per cui non è possibile presenziare ai processi governando il Paese. Per questo avevamo offerto un calendario concordato. Il processo, comunque, non ricomincerà da capo, nulla del passato verrà perso e la prescrizione è sospesa". Legge costituzionale - I giudici hanno sospeso il processo in cui Berlusconi è imputato per frode fiscale, perché la norma doveva essere varata con legge costituzionale e non ordinaria. E' stata rilevata una presunta violazione dell'Art.138 della Carta, che prevede la necessità specifica di una legge di rango costituzionale. Il collegio, presieduto da Edoardo D'Avossa, ha quindi respinto la richiesta del pubblico ministero, Fabio De Pasquale, di proseguire perché, a suo avviso, la nuova norma non avrebbe introdotto cambiamenti sostanziali rispetto al passato. Rifacendosi alla bocciatura da parte della Consulta del Lodo Alfano, la Corte ha disposto la sospensione del dibattimento per tutti gli imputati (anche per Agrama, che aveva chiesto lo stralcio per motivi di salute) sospendendo i termini della prescrizione.

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