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Pdl, non c'è il lieto Fini

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Scontro tra i due leader alla Direzione nazionale del partito. Berlusconi: "Se fai politica lascia la Camera". Lui: "Resto nel partito e resto presidente della Camera. Che fai, mi cacci?". Al via la "correntina". Il documento finale: polemiche pretestuose. Non lo firmano solo undici. Guarda i video

Michela Ravalico
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Niente lieto Fini. Via della Conciliazione non è stata di buon auspicio. La Direzione nazionale del Pdl ha portato a galla tutti i rancori e le cattiverie degli ultimi mesi. E alla frase di Fini: "non sono un traditore" Silvio salta su: "Non attribuirmi cose  che non ho mai detto". Eccolo, in diretta, il problema del PdL. I due leader non si comprendono. L'antipatia reciproca è palpabile. Si alzano in piedi, puntano l'indice, litigano come due comari. Esplodono come mai prima in pubblico.  Eccola, la coppia scoppiata, che si ostina a stare insieme "per il bene della famiglia". Senza accorgersi, così, di stressarlo ancora di più, questo partito e di stressare questi elettori che vorrebbero pace e serenità per veder governare come si deve. Ci si turerà il naso, alla fine, e nascerà la correntina. Cioé non proprio una corrente, spiega Gianfranco, ma"un'area politico-culturale" di dissenso. Che solo Fini sa che cosa voglia dire. Una via di mezzo che potrebbe portare instabilità nella futura linea d'azione del governo.  Lamorte non replica, gli altri finiani neanche: l'obiettivo "dissenso interno" è raggiunto, dicono. Tutti dentro, nonostante tutto. Il documento finale partorito dalla  Direzione dice che di tutto si può discutere, ma una volta presa una decisione, quella è. E dev'essere appoggiata anche da chi è in minoranza e non l'ha condivisa e (11 i contrari) definisce "poco comprensibili e pretestuose" le polemiche, punta il dito contro "le ambizioni personali e le correnti" e riafferma fedeltà e "gratitudine" al Cavaliere. Lo scontro- La lite alla Direzione ha assunto toni drammatici. Silvio e Fini se le sono dette in pieno stile "sceneggiata napoletana". Applausi a sinistra per il "coraggioso" Fini, che però si guarda bene dal prendere la porta.  Berlusconi sconcertato. Le questioni sollevate in questi mesi da Gianfranco "non mi sembrano di grande importanza rispetto a quello che dobbiamo fare nei tre anni che ci aspettano", ha detto. "Valeva la pena fare da contrappunto quasi giornaliero al premier e al governo? Ma queste cose diciamocele fra di noi, facciamo delle riunioni. Tu non hai mai voluto partecipare in prima persona". Guarda il video Il gesto senza il fatto - Il presidente della Camera ha fatto il gesto di allontanarsi mentre il premier replicava al suo intervento di fronte alla platea della Direzione del Pdl; poi ha ripreso posto ma si è nuovamente alzato in piedi e si è avvicinato al podio con il dito levato contro Berlusconi urlando: "Questo non te lo consento". E' accaduto dopo che Berlusconi aveva preso di mira tre esponenti 'finiani' dicendo: "Non mi è mai arrivata la richiesta di un ufficio di Presidenza sui temi che hai sollevato, le questioni sono state esposte al pubblico ludibrio in Tv da Bocchino, Urso e Raisi". Altro scambio durissimo quando il leader del Pdl ha chiesto a Fini di lasciare la presidenza della Camera se vuole fare dichiarazioni politiche. Replica del 'cofondatore' del partito: "Cosa fai? Mi cacci?", accompagnando le sue parole con un chiarissimo gesto della mano. I discorsi dei leader- Berlusconi: Guarda il video la replica di Berlusconi a Fini:  “Non ritengo si possa dire che il  nostro non sia stato un partito democratico”, ha detto Silvio prendendo la parola, con una excusatio di chi si sente scambiato per dittatore perfino dagli interni, e non solo dai soliti Di Pietro e compagnia.  La linea del Cavaliere è  quella dell'intransigenza. "Tre anni sono un tempo sufficiente a lasciare un segnale del nostro passaggio nella storia della Repubblica" con un'opera di "ammodernamento del Paese", ha esordito. "La preferenza al premier è del 63,3% ; il consenso al governo del 48%", ha continuato Silvio. “Non c'è un   solo uomo in nessun posto che il presidente abbia  imposto”. E le decisioni sono state prese dai coordinatori. “Quando   mi chiedono qualcosa - ha aggiunto il premier sorridendo - la mia   risposta è sempre la stessa: sono ai vostri ordini...”. Fini - Gianfranco Fini ha preso la parola per ribadire che lui non sta zitto. E non gli piace l'atteggiamento di chi vuol nascondere i problemi, che ci sono. "Anche nella regia sembra che ci sia un atteggiamento un po' puerile di chi deve nascondere la polvere sotto il tappeto...". Così Gianfranco Fini prendendo la parola alla direzione nazionale del Pdl. "Ho scoperto che eravamo tanti a cofondare il Pdl...", ironizza il presidente della Camera. "Non metto in discussione leadership Berlusconi, non sono geloso e non faccio bizze".  "Avere opinioni diverse rispetto al premier e presidente del partito significa esercitare un preciso diritto-dovere", ha precisato Fini. Fini: "Sta accadendo che su alcune questioni di carattere squisitamente politico, relative ai problemi del Paese, all'azione del Governo, al ruolo del partito, uno dei cofondatori (ho scoperto che eravamo in tanti a cofondare...) qualcuno ha opinioni diverse rispetto a quelle del presidente Berlusconi". Ha spiegato il presidente della Camera: "Sta accadendo che su alcune questioni di carattere squisitamente politico, relative ai problemi del Paese, all'azione del Governo, al ruolo del partito, uno dei cofondatori (ho scoperto che eravamo in tanti a cofondare...) ho opinioni diverse rispetto a quelle del presidente Berlusconi. Il che non vuol dire negare ciò che ha fatto il Governo: molte cose dette dai ministri erano a conoscenza della Direzione e degli italiani". Nessuno vuole mettere in discussione la leadership di Berlusconi, "chiedo se è lecito organizzare all'interno del partito un'area politico-culturale" di chi esprime opinioni contrarie alla maggioranza, ha detto Fini. "Attenzione a non passare - ha sottolineato - dal centralismo democratico, come era quello del Pci, al centralismo carismatico. Non contesto la leadership di Berlusconi, chiedo se è lecito avere opinioni diverse e organizzare all'interno del partito un'area politico-culturale".  Fini ci ha tenuto a dire che lui non vuole una corrente "nel senso deteriore del termine  perché‚ quelle un tempo venivano fatte per spartirsi fette di potere, ma non è questo il suo obiettivo. Guarda il video di Fini

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