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Napolitano: festeggiare l'Italia unita non è uno spreco

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Il presidente a bordo della portaerei "Garibaldi" per il discorso ufficiale di Genova

Albina Perri
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L'Unità d'Italia non è in discussione. Si festeggia punto e basta. Il presidente della Repubblica oggi ribadisce che celebrare è un dovere. Checché ne pensi la Lega. «Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia non possono essere rivolte contro nessuna parte politica e non possono essere oggetto di polemica pregiudiziale di nessuna parte politica», ha detto infatti Lo nel discorso pronunciato a bordo della nave 'Garibaldi' alla Stazione Marittima di Genova. «Le celebrazioni -ha sottolineato il Capo dello Stato- non sono tempo perso e denaro sprecato ma fanno tutt'uno con l'impegno a lavorare per la soluzione dei nostri problemi». Facendo appello a un «forte spirito unitario» Napolitano ha ricordato che al processo unitario concorsero «diverse visioni, strategie e tattiche, componenti moderate e democratico-rivoluzionarie» e non mancarono «diffidenze e rivalità personali» ma su tutto prevalsero «gli imperativi del processo storico». Il presidente della Repubblica ha sottolineato il fatto che all'impresa dei Mille e alla formazione del sentimento di italianità concorsero italiani di tutte le regioni. Napolitano ha detto no ad una «rappresentazione acritica» del Risorgimento e ha affermato che «è giusto ricordare i vizi d'origine e gli alti e bassi» di questo processo ma anche che occorre combattere critiche mosse in base a «tesi storicamente infondate». Secondo il capo dello Stato è giusto «recuperare motivi di fierezza e orgoglio nazionale» di cui abbiamo bisogno per «tenere con dignità il nostro posto in un mondo che cambia». «Far rivivere nella memoria e nella coscienza del Paese le ragioni di quell'unità e indivisibilità con cui nacque l'Italia» ha detto Giorgio Napolitano, nel discorso di Genova, serve a offrire una «fonte di coesione sociale come base essenziale di ogni avanzamento, tanto del Nord quanto del Sud, in un sempre più arduo contesto mondiale».

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