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Caso Anemone. Quindici le transazioni sospette

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Emergono nuovi elementi sulla vicenda che sta coinvolgendo Scajola e Lunardi

Roberto Amaglio
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La politica della casa (propria), evidentemente, non stava a cuore solo a Scajola. Ci sarebbero altre quindici operazioni sospette nel fascicolo della procura di Perugia che indaga sugli appalti pubblici concessi per i Grandi Eventi. La Guardia di Finanza sta verificando una serie di documentazioni bancarie che, se da un lato confermano le grosse cifre in ballo, dall'altro potrebbero mettere nella rete degli inquirenti altri nomi noti del panorama politico e non. Alcuni di questi passaggi di denaro sarebbero riconducibili proprio all'architetto Angelo Zampolini, il collaboratore dell'imprenditore Diego Anemone.  Sotto la lente d'ingrandimento tre bonifici (per un totale di 500.000 euro) effettuati nel 2007 dallo stesso Anemone a Pietro Rinaldi, il commissario per i Mondiali di Nuoto indagato per corruzione. Verifiche e accertamenti da parte dei pm anche sull'ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, tirato in ballo da Laid Ben Hidri Fathi, il tunisino che per anni è stato autista e tuttofare di Angelo Balducci. Ed è proprio la testimonianza del tunisino il nodo cruciale della vicenda, in quanto Hidri Fathi ha parlato di «vari soggetti, anche ministri» destinatari delle buste inviate da Anemone e Balducci, anche se per il momento il solo nome emerso è stato quello di Lunardi. Se per i nomi dei pesci grossi bisognerà attendere l'emissione degli avvisi di garanzia, ciò che è certo che il gruppo Anemone si sta conferma una bella gatta da pelare per gli inquirenti. Tra le contestazioni infatti non ci sono solo le autorizzazioni concesse alle strutture sportive, le transazioni e i vari tentativi di corruzione. Insomma di pagine di giornali se ne potranno ancora scrivere su questa vicenda che ogni giorno registra nuovi colpi di scena.

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