Clima, l'Ue contesta l'Italia
Ma sull'ambiente vende fumo
"Il Commissario Dimas prima di sbalordirsi dovrebbe rileggere il documento diffuso dalla commissione Ue (non dal governo italiano) 'Model-based Analysis of the 2008 Eu Policy Package on climate change and renewables' che è stato reso noto solo a fine settembre, nonostante l'Italia chiedesse da mesi una verifica dei costi del pacchetto clima energia senza ottenere risposta". La responsabile dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo proprio non ci sta alle accuse infondate del commissario europeo all'Ambiente che ha definito le stime sui costi diffuse in Italia "fuori da qualsiasi proporzione rispetto a quanto stiamo chiedendo di fare". "Le valutazioni che abbiamo fatto", ha precisato la Prestigiacomo, "sono tratte da quegli scenari preliminari utilizzati dall'Ue per la valutazione dei costi e prendono in considerazione l'unica ipotesi che prevede il raggiungimento da parte del nostro Paese degli obiettivi del 20-20-20. Quella ipotesi parla di un costo di 181,5 miliardi fra il 2011 e il 2020 e di un costo annuo di 18,2 miliardi con un peso del 1,14% sul Pil. Altre valutazioni, a costi minori prevedono esplicitamente che l'Italia non raggiunga gli obiettivi. Ma se il nostro paese deve assumere un impegno e valutarne il peso economico deve ovviamente valutare quanto costa raggiungere l'impegno, non quanto costerebbe disattenderlo. Ciò detto siamo pienamente disponibili ad un confronto sui dati di costo del pacchetto energia e credo che lunedì il Consiglio dei Ministri Ambiente Ue sarà l'occasione per fare chiarezza su questo fondamentale aspetto del provvedimento". Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo anticipa a LiberoMercato le proposte che presenterà lunedì in Lussemburgo ai colleghi europei. Servizio su Liberomercato di sabato La contestazione avanzata dal commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas riguardano i dati italiani sui costi che il 'Pacchetto clima-energia' che, a detta di Dimas, "non hanno nulla a che vedere con il Pacchetto Ue" Dimas si è anche detto "sbalordito di fronte agli argomenti avanzati dall'Italia. L'Italia è uno dei Paesi che ne uscirà meglio. Non capisco perché veda le cose così pessimisticamente, considerando che ha le competenze necessarie per l'innovazione e grandi possibilità in materia di energie rinnovabili". Smorzando poi i toni, Dimas ha poi precisato che "non stiamo combattendo contro l'Italia, ma al contrario stiamo cooperando", invitanto tuttavia l'Italia a "prendere provvedimenti per mettersi in regola con le norme in vigore in applicazione del Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas a effetto serra, avvertendo che si tratta di un obbligo giuridico". L'attacco indebito di Dimas ha scatenato le reazioni politiche sia di maggioranza si di opposizioni: Walter Veltroni definisce "la posizione del governo italiano sul "pacchetto-clima" in discussione a Bruxelles irresponsabile nel merito e rischia di isolare il nostro paese dal nucleo storico dell'Unione europea"; "Irresponsabile è Veltroni", replica il ministro delle Politiche europee Andrea Ronchi, perché "continua con i suoi irresponsabili attacchi e conferma di non avere a cuore gli interessi dell'Italia come dimostra anche la manifestazione del prossimo 25 ottobre. Il governo ha tutta l'intenzione di rispettare gli impegni presi a favore dell'ambiente, ma non può accettare un pacchetto che penalizza così pesantemente imprese e cittadini. L'obiettivo del nostro Paese è semplicemente quello di arrivare a un accordo equo che tenga conto degli interessi fondamentali del sistema Italia".