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Marcegaglia: Bene la manovra, ma lo sviluppo?

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"Governo, sindacati e industriali si uniscano per affrontare la crisi". Berlusconi: "Vieni al posto di Scajola". Ma la platea non approva

Eleonora Crisafulli
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A due giorni dall'approvazione in Cdm, si pronuncia sulla manovra anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia,  che dall'assemblea annuale degli industriali dà pieno sostegno alla linea di rigore introdotta dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Non solo plausi però. Nel provvedimento, infatti, "mancano interventi strutturali per incidere sui meccanismi di formazione della spesa pubblica" e andrebbero introdotte "riforme per rilanciare lo sviluppo". Urgenti riforme strutturali - "In condizioni molto difficili - sottolinea la Marcegaglia - il governo ha saputo frenare il disavanzo pubblico, prima e avviarne la riduzione ora. Gli interventi in Finanziaria 2011-2012 si muovono correttamente per rallentare la spesa e arginare l'evasione". Il congelamento degli stipendi pubblici va nella giusta direzione vista la loro dinamica "nettamente più elevata di quella dei privati" così come è necessaria la chiusura delle finestre previdenziali in ragione dell'equità tra generazioni". Ma mettere in ordine i conti "non basta e non è neppure duraturo senza profonde riforme strutturali". Per la presidente di Confindustria "le riforme sono più che mai urgenti". La crisi - Certo non è facile. L'Italia vive un momento storico "molto critico". Il debito pubblico e l'aumento della disoccupazione saranno il "lascito duraturo" della crisi e "peseranno a lungo sulle prospettive di crescita". "Rispetto ai picchi del primo trimestre 2008, abbiamo perso quasi 7 punti di Pil e oltre 700.000 posti di lavoro. Il ricorso all Cig è aumentato di sei volte. La produzione industriale è crollata del 25%, tornando ai livelli di fine 1985: 100 trimestri bruciati". Uno scenario "poco incoraggiante", che obbliga il Governo a "non sbagliare tattica e strategia", perché "forse è già tardi". Quindi è urgente "prendere in tempi rapidi decisioni giuste" per tornare a crescere "stabilmente almeno il 2%". Dalla divisione alla condivisione - La strada per arrivare in fretta alle riforme è mettere da parte le divisioni e lanciare un grande patto tra Governo, imprese e sindacati, una "grande intesa" per la crescita, "vera emergenza nazionale". E' una "sfida ineludibile" che bisognerebbe affrontare già "entro l'estate" per realizzare una "grande assise dell'Italia delle imprese e del lavoro". "Il nostro interesse è quello di una grande riscossa nazionale, per la quale servono tutte le energie, tutte le intelligenze, tutte le passioni che vivono in ogni angolo dell'Italia". Il numero uno dell'associazione di viale dell'Astronomia ha rivolto un appello al mondo della politica a non dividersi: "Di fronte alla vera emergenza che stiamo vivendo la politica non si divida. Davanti alle scelte che dovremo compiere, non ricomincino i soliti giochetti dell'opposizione e di parte della maggioranza". Il dovere del Governo "dopo le Regionali e per i prossimi tre anni senza urne in vista è di assumere decisioni all'altezza dei problemi. Se la maggioranza dovesse ridursi, per litigi e divisioni, all'impotenza, allora non potrà esserci maggiore crescita. E si chiuderebbe nell'insuccesso la lunga promessa di una politica del fare". Lo stesso appello poi è stato esteso a "tutto il sindacato senza eccezioni". Occorre "mettere l'interesse dell'Italia davanti a tutto". Solo così si passerà dalla divisione alla condivisione. La Marcegaglia, infine, non dimentica di rivolgersi ai bancari: "Troppe imprese hanno sofferto, soffrono e continueranno a soffrire senza credito. Perciò in un momento difficile come questo rivolgo, ancora una volta una appello alle banche: state vicine alle imprese, quelle che rischiano, creano innovazione, combattono ogni giorno sui mercati". Berlusconi rinnova l'invito - Agli appelli della Marcegaglia segue l'offerta di Berlusconi. L'aveva già fatta e la risposta era stata negativa. Ora il premier rinnova alla leader degli industriali l'invito a entrare nella squadra, al posto di Scajola. E rivolgendosi all'assemblea dice: "Ho bisogno di essere aiutato: quando ti ho proposto di prendere la responsabilità dello Sviluppo, mi hai detto 'ma come la prenderanno in Confindustria?'. Ora vorrei rivolgere a voi la domanda. Emma sarà libera di interpretare, ma come vedreste Emma a darmi una mano? Chi è d'accordo alzi la mano... Nessuno alza la mano? Non volete? Allora non ve la potete più prendere coi poveracci al governo, che abbiamo ereditato questa situazione". Per il predecessore Luca Cordero di Montezemolo, la Marcegaglia ha fatto "molto bene" a dire "no" perché "quando uno ha un impegno e un mandato con tanti imprenditori lo deve portare a termine".

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