Fiat, a rischio il piano di rilancio per Pomigliano con Panda
Velata minaccia di Marchionne ai sindacati: "O si chiude l'accordo, o andiamo da un'altra parte"
Il tempo stringe sullo stabilimento Pomigliano di Fiat Auto. Dopo l'ennesimo incontro dei sindacati andato a vuoto per trovare un accordo sulla flessibilità, l'azienda automobilistica torinese passa alle minacce. "I tempi stanno diventando stretti – ha comunicato oggi l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in una nota molto dura - Il protrarsi della trattativa con i sindacati ha già provocato lo slittamento degli investimenti necessari per l'avvio della produzione. Spero che si possa giungere ad una rapida conclusione perché presto sarà impossibile accettare ulteriori ritardi. In assenza di un accordo che offra adeguate garanzie potrebbe diventare inevitabile riconsiderare il progetto e prendere in considerazione ipotesi alternative per la produzione della futura Panda". In assenza di garanzie potrebbe diventare inevitabile riconsiderare il progetto e valutare alternative per la produzione della futura Panda. Più chiaro di così il super manager che governa su due mondi, dalla nazionale Fiat all'americana Chrysler, non poteva essere. In ballo c'è il rilancio dell'impianto ex Alfa di Pomigliano. Per riportarlo in auge dopo anni di cattiva fama Marchionne aveva pensato di attribuirgli niente meno che la produzione del modello più venduto del Lingotto: la Panda. Da Tychy, in Polonia, l'utilitaria più rustica di casa Fiat (quella chic è la 500) avrebbe dovuto trasferirsi nell'impianto napoletano. In cambio, però, Marchionne pretende carta bianca - o quasi - sulla flessibilità. Sui turni. Sugli orari di lavoro. Sull'uso di contratti stagionali per assecondare il mercato e le oscillazioni di vendita delle automobili. Insomma, chiede al sindacato italiano di adeguarsi alle consuetudini di aziende vincenti come Volkswagen, Toyota, Honda. E' la prima volta nella storia delle relazioni sindacali che viene usata la videoconferenza per portare avanti una trattativa. Assente la Fiom, che protesta - Unica assente all'incontro di oggi tra Fiat e sindacati la Fiom. L'ala metalmeccanica della Cgil ha protestato perché l'incontro è stato fissato in un giorno in cui i suoi rappresentanti erano già impegnati su altri fronti. "La Fiom - sottolinea in una nota Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom-Cgil - non è presente a questo incontro non per motivi politici, ma per precedenti inderogabili impegni. Di questa impossibilità la Fiom ha tempestivamente informato le unioni industriali di Torino e di Napoli, la Fiat e le altre organizzazioni sindacali. Del resto, ancora mercoledì mattina, i dirigenti della Fiat, alla nostra richiesta di riprendere il confronto, non avevano dato risposta". L'azienda ha comunque fissato un incontro per il 4 giugno a Torino anche con la Fiom. Singolare, invece, la dichiarazione della Fismic sull'uso della videoconferenza. "E' la prima volta nella storia delle relazioni sindacali che viene usata la videoconferenza per portare avanti una trattativa", spiega in una nota. I rappresentanti di Fiat, infatti, erano in riunione a Torino con i delegati nazionali di Fim, Uilm, Fismic e Ugl; mentre i delegati sindacali territoriali erano collegati in videoconferenza dalla sede dell'Unione industriale di Napoli. Le richieste di Fiat- Bruno Vitali, segretario nazionale Fim-Cisl, è ottimista. "Il 10 giugno ci rivediamo e siamo pronti a firmare l'accordo". Ma quali sono i punti dolenti? Il 18esimo turno. Fiat ha chiesto di elevare i turni a 18, un turno da effettuare il sabato notte. I sindacati chiedono che questo turno possa essere coperto attraverso permessi e recuperi. Straordinari - Da 40 ore a 120 ore di straordinari l'anno. E' questa la richiesta di Fiat. Per ora i sindacati hanno concesso di ragionare su 80 ore di straordinario, mettendo come condizione che valga solo per lo stabilimento di Pomigliano (e non per tutti quanti gli impianti Fiat). L'azienda, però, vuole di più. Limatura delle pause - L'azienda chiede che le pause diventino di 30 minuti dai 40 minuti attuali. La Fim crede si possa procedere in questa direzione a patto che vengano recuperati i dieci minuti perduti, oppure che vengano retribuiti. Divieto di sciopero - Fiat chiede anche il divieto di scioperare nel caso venga chiesto di lavorare, in strardinario, al 18esimo turno.