Omofobia, aggredito un ragazzo gay
Arcigay: "Gli hanno urlato "frocio, frocio" e poi lo hanno colpito con calci e pugni all'addome e al volto"
«Gli hanno urlato "frocio, frocio" e poi lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni all'addome e al volto fino a farlo cadere. È accaduto nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 maggio, tra l'1.30 e le 2 a S., un ragazzo romano di 22 anni, nei pressi di via Cavour». A raccontare la storia è il presidente dell'Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo. Il ragazzo aggredito, infatti, si è rivolto a Gay Help Line 800.713.713, il numero verde antiomofobia per denunciare l'episodio e ha deciso di sporgere denuncia grazie al servizio di assistenza legale gratuita che l'associazione mette a disposizione. A insulti e violenza fisica si aggiunge anche il furto: «Gli aggressori - aggiunge il responsabile dell'Ufficio Legale di Gay Help Line - quattro italiani tra i 25 e i 30 anni, dopo averlo lasciato privo di sensi per terra, gli hanno poi sottratto il cellulare con il quale, prima di essere colpito era al telefono con un amico al quale è riuscito a chiedere aiuto e che lo ha poi raggiunto sul luogo della violenza. Il ragazzo aggredito è stato ricoverato d'urgenza in ospedale, riportando diverse ferite, tagli e contusioni al volto e rischiando di perdere l'occhio. Le lesioni riportate dal mio assistito sono gravissime. È necessario fare piena luce su questa vicenda e, per questo, forniremo tutti i dettagli e gli elementi utili agli inquirenti perché siano trovati i responsabili». Nella nota Marrazzo denuncia i troppi casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili, «come, ad esempio, la coppia di ragazzi gay aggredita a Campo dei Fiori, quella aggredita ai Fori Imperiali e il ragazzo aggredito al bus notturno qualche settimana fa. C'è da notare, inoltre, che gli aggressori sono sempre più spesso giovani». Infine un ultimo appello: «Le istituzioni si impegnino davvero quanto prima a mettere in campo una campagna di formazione ed educazione contro l'omofobia e la transfobia a partire dalle scuole come avviene in molti altri Paesi europei. È necessario che la comunità lesbica, gay e trans e la città reagiscano a questo ennesimo episodio di violenza».