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Liberi i sei attivisti italiani. Decisive le pressioni Onu

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Decisione presa da Netanyahu. Espulsi anche gli altri fermati

Roberto Amaglio
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Sono stati tutti liberati i sei italiani fatti prigionieri lunedì dalle forze armate israeliane dopo il blitz sulla Freedom Flotilla che, partita dal porto di Cipro, stava portando aiuti umanitari per i palestinesi stanziati nella striscia di Gaza. La notizia del rilascio dei nostri connazionali è stata formalizzata nella tarda mattinata di mercoledì da Betlemme (Cisgiordania) dal sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, che si trova in visita nella regione. Ed è stata subito dopo confermata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. I sei - Giuseppe Fallisi, Angela Lano, Marcello Faraggi, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin - sono stati caricati su un pullman con altri attivisti stranieri e si stanno recando verso l'aeroporto, dove saranno imbarcati su un volo diretto in Turchia e, da lì, in Italia. Per il momento, tuttavia, non si hanno contatti diretti con i sei italiani che, ancora sotto scorta, hanno l'obbligo tassativo di evitare contatti con l'esterno. L'accelerazione delle procedure di espulsione è scattata sull'onda delle crescenti pressioni internazionali e dopo il via libera di martedì sera del gabinetto di sicurezza israeliano presieduto dal premier Benyamin Netanyahu: via alle operazioni di rimpatrio immediato di tutti gli stranieri fermati, anche perché sarebbe stato paradossale incriminare e processare per terrorismo tutte le centinaia di persone (molti delle quali anziane) che erano state fermate in seguito agli scontri sulla flottiglia. Oltre ai sei italiani, in mattinata già una cinquantina di turchi aveva lasciato il centro di detenzione di Beer Sheva, mentre nella notte era stata completata l'espulsione via terra verso la Giordania di altre 124 persone. PROSEGUE LA CORSA AGLI AIUTI – il precedente della flottiglia, tuttavia, non sembra poter fermare la marcia degli aiuti ai palestinesi. Una nuova nave (la Rachel Cargo) partita dall'Irlanda lunedì si sta dirigendo verso un porto nel Mediterraneo (top secret) dove imbarcherà giornalisti e personalità, per proseguire poi alla volta di Gaza. A bordo si dice ci sia anche un premio Nobel per la pace nordirlandese. Oltre all'imbarcazione Rachel, altri aiuti stanno arrivando da terra, con venticinque camion carichi di rifornimenti medici per Gaza. Questi aiuti, insieme ai palestinesi che sono stati ricoverati in Egitto, faranno il loro ingresso nella Striscia dal valico di Rafah, aperto al transito per il secondo giorno.

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