Il Corriere della tarda sera
Appunto di Filippo Facci
Chi ha dedicato a Di Pietro 518 pagine di libro - capita, da queste parti - è difficile che trovi esaustivo un singolo articolo su di lui: è più facile notare i tremila particolari che mancano. Però c'è da dire che sul Corriere, ieri, si sono impegnati: Marco Imarisio ha affrescato quasi una pagina riassuntiva sul personaggio («Silenzi e ambiguità dell'Onorevole di Pietro») che se non fosse per il tono, calmierato a forza, poteva sembrare un buon articolo di Libero o del Giornale. Osservare che il Corriere è in ritardo di una quindicina d'anni - avendo semmai contribuito a gonfiare oltremodo il pupazzone Di Pietro - equivarrebbe a vedere il bicchiere mezzo vuoto: l'articolo accennava alla laurea-sprint, ai miracolosi «non luoghi a procedere», ai misteriosi dossier poi arrivati ai servizi segreti, ai favori raccattati qua e là come un qualsiasi politicante, alle risposte non-risposte, sino alle ultime acrobazie immobiliari. E' appunto da lustri che da queste parti si beccano querele anche per permettere al Corriere, un bel giorno, di andare sul velluto: ma va bene così, il bicchiere tutto sommato è mezzo pieno, meglio tardissimo che mai. Ora, ne stiano certi, Di Pietro li seppellirà di lettere e sentenze e cartacce che non spiegano nulla. Marco Imarisio aveva scritto buoni articoli sul caso Englaro e relativo testamento biologico. Pregevole il passaggio a Di Pietro e relativo testamento politico.