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Papa: "Bisogna usare il bastone contro sacerdoti indegni e le eresie"

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Queste le parole del pontefice nell'omelia di fine anno sacerdotale in Piazza San Pietro

Tatiana Necchi
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«Bisogna usare il bastone per sanzionare i comportamenti indegni della vita sacerdotale», così come «l'eresia, il travisamento e il disfacimento della fede». Parole dure e forti quelle di Papa Benedetto XVI dette oggi nell'omelia conclusiva dell'anno sacerdotale, dedicata nella sua prima parte allo scandalo della pedofilia. In Piazza San Pietro presenti circa 10mila sacerdoti provenienti da tutto il mondo. «Il pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge. Contro i briganti che cercano il loro bottino - ha detto il Papa riprendendo il linguaggio del salmista - Accanto al bastone c'è il vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili. Ambedue le cose rientrano anche nel ministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote. Anche la Chiesa - ha aggiunto Papa Ratzinger - deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l'uso del bastone - ha sottolineato Benedetto XVI - può essere un servizio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l'eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi - ha detto il Papa tra gli applausi dei preti - autonomamente inventassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via. Al tempo stesso, però, il bastone deve sempre di nuovo diventare il vincastro del pastore, vincastro che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri difficili e a seguire il Signore». Perdono – Il Papa invoca così lo storico “mea culpa” per i casi di pedofilia. Inoltre chiede anche perdono a Dio e alle vittime degli abusi «Bisogna usare il bastone per sanzionare i comportamenti indegni della vita sacerdotale». Il Papa invoca il “mea culpa” per i casi di pedofilia. Chiede anche perdono a Dio e alle vittime degli abusi commessi da sacerdoti e vescovi.commessi da sacerdoti e vescovi. «Anche noi - dice Benedetto XVI - chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile   affinché un tale abuso non possa succedere mai più. Promettere che nell'ammissione al ministero sacerdotale e nella formazione durante il cammino di preparazione ad esso faremo tutto ciò che possiamo per vagliare l'autenticità della vocazione e che vogliamo ancora di più accompagnare i sacerdoti nel loro cammino, affinché il Signore li protegga e li custodisca in situazioni penose e nei pericoli della vita». Poi ha aggiunto: «Se l'anno sacerdotale avesse dovuto essere una glorificazione della nostra personale prestazione umana, sarebbe stato distrutto da queste vicende. Ma si trattava per noi proprio del contrario: il diventare grati per il dono di Dio, dono  che si nasconde in vasi di creta e che sempre di nuovo, attraverso tutta la debolezza umana, rende concreto in questo mondo il suo amore». La questione dell'illuminismo - Per gli uomini dell'antichità Dio era lontano. Apparentemente Egli abbandonava il mondo ad altre potenze e forze, ad altre divinità. "Stranamente - ha osservato il Papa - questo pensiero è riemerso nell'Illuminismo. Si comprendeva ancora che il mondo presuppone un Creatore. Questo Dio, però, aveva costruito il mondo e poi si era evidentemente ritirato da esso. Ora il mondo aveva un suo insieme di leggi secondo cui si sviluppava e in cui Dio non interveniva, non poteva intervenire. Non costituiva un pericolo, ma neppure offriva un aiuto. Così non era necessario occuparsi di Lui. Egli non dominava".   Dunque, Secondo Benedetto XVI, per razionalisti e positivisti Dio era solo un'origine remota e in molti non volevano che Dio si prendesse cura di loro. È come se non volessero essere disturbati.

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