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Fini si attacca a Spatuzza

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Tolta al boss la "patente" di pentito (contro Silvio). Ai finiani tanto basta per l'ennesima polemica interna al Pdl

Paolo Franzoso
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Ad allontanare Fini dal Pdl ci si mette pure il caso Spatuzza aperto dopo la decisione del Viminale di non disporre la protezione speciale al pentito delle stragi di mafia. Fabio Granata, deputato finiano del Pdl e vicepresidente della Commissione Antimafia, rinnova la propria fiducia al “sottosegretario Mantovano e alla Commissione del Viminale” però “su questa vicenda bisogna determinare un approfondimento anche perché è la prima volta che ben tre procure chiedono una determinata misura per un collaboratore di giustizia, quindi ritenendolo attendibile, e questa misura viene sostanzialmente negata”. E dopo l'esposizione tecnica, Granata prende la vicenda in ottica politica: “Non vorrei che questa decisione fosse interpretata in maniera diversa sul piano politico da parte del governo”. Si apre un'altra crepa fra il gruppetto di fedeli al presidente della Camera e la maggioranza.  Un'altra questione spinosa sulla quale Fini potrebbe consumare una nuova rottura. L'ex leader di An, d'altronde, è sempre più distante dal PdL e nessuno - a quanto sembra - farà nulla per riportarlo indietro. Berlusconi si è già stancato delle uscite del presidente della Camera e ora sulle intercettazioni può crollare il palco.  Sì, perché Fini rassicura l'opposizione, dice che "non c'è fretta", si erige a garante della Costituzione e intanto non risparmia stilettate al governo. In parole povere: il cofondatore del Popolo della libertà sposa la linea di Repubblica. Il Cavaliere ribolle, la misura è colma. Berlusconi vorrebbe andare allo scontro, non aspetta altro, perché ai suoi occhi è evidente che non c'è più nessun dialogo da intrattenere con la terza carica dello Stato: "Andiamo avanti così", conferma il premier sul disegno di legge in materia d'intercettazioni. Testo blindato, approvato con la fiducia al Senato. Per "stanare" i finiani e metterli con le spalle al muro Berlusconi potrebbe riproporre la questione di fiducia anche a Montecitorio, un modo per evitare l'ostruzionismo della sinistra e testare la fedeltà e compattezza della maggioranza. Non si tratta solo di assicurare l'approvazione della legge sulle intercettazioni, è una lotta politica contro chi non smette di attaccarlo con fuoco amico. Fini è indeciso, non sa cosa fare. Da un po' vacilla, negli ultimi anni ha smentito tutte le sue dichiarazioni da segretario di An. È in bilico fra il suo passato e la "svolta a sinistra". Pronto per il cambiamento? L'emblema di questa trasformazione ormai in fase di completamento è proprio la legge sulle intercettazioni, attaccata su ogni versante dal quotidiano diretto da Ezio Mauro. Se Fini affossa il Ddl alla Camera o si mostra un difensore della "libertà di stampa", per dirla alla Repubblica, allora la sua consacrazione nell'Olimpo del quotidiano sinistrorso, in qualità di entità anti-Silvio, sarà cosa fatta.

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