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Aldo Brancher ministro del Federalismo

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Il Bellunese del PdL è stato promosso a ministro senza portafoglio. Il giuramento davanti a Napolitano

Roberto Amaglio
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Qualcuno ipotizza un Federalismo fermo al palo? Ed ecco la risposta del Governo Berlusconi che, in mattinata, ha nominato Aldo Brancher come il nuovo ministro per l'Attuazione del Federalismo. Un incarico che era nell'aria già da qualche giorno ma che è stata ufficializzato oggi, quando il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha firmato il decreto proposto dal premier. Brancher, che ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, è stato dunque “promosso” da sottosegretario alla presidenza del Consiglio a ministro senza portafoglio con delega specifica al federalismo fiscale. Uomo per ogni maggioranza – Aldo Brancher, già membro del governo quale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle riforme, è un bellunese di 67 anni capace di rappresentare un valido raccordo non solo tra le varie parti del PdL (è molto vicino al ministro Giulio Tremonti e allo stesso Presidente del Consiglio), ma i suoi rapporti sono ottimi anche con il Senatur leghista Umberto Bossi. Non a caso alla cerimonia di investitura erano presenti Berlusconi, il ministro dell'Economia e delle finanze, Giulio Tremonti, il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli e il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. Polemiche – Non mancano, però, le voci contrarie. Il primo a esprimere la sua contrarietà è stato Lorenzo Cesa (UDC). “C'è da rimanere sconcertati davanti alla nomina di un nuovo ministro per il Federalismo, quando già esistono tre dicasteri come quelli di Calderoli, Bossi e Fitto. Se di fronte ai drammatici problemi degli italiani, la risposta del governo è un ministero c'è da mettersi le mani nei capelli". Discorso simile anche quello di Claudio Martini (PD). “Non sarà una mossa come questa a cambiare il corso delle cose, che sulle riforme vede Berlusconi inesorabilmente al palo da quindici anni. Ed è anche inaccettabile perchè è un'inutile moltiplicazione di poltrone e quindi dei costi della politica”. Ancor più severo il commento di Antonio di Pietro (IdV), il quale ricorda il tribulato passato di Brancher con la Giustizia Italiana. "Abbiamo già depositato un'interrogazione urgente al Governo per spiegare tale decisione. Brancher è stato coinvolto in più processi. In uno, deve essere stato condannato in primo e secondo grado. Se l'è cavata in Cassazione - ha continuato Di Pietro - in parte perchè prescritto in parte perchè, nel frattempo, il Presidente del Consiglio ha fatto una legge che ha consentito di depenalizzare il reato che aveva commesso. Inoltre è sotto processo per la vicenda di Fiorani della Banca Antonveneta". Replica Brancher: "Non ho mai avuto nessuna condanna. Chi mi ha inquisito ha fatto buttare i soldi allo Stato. Le imputazioni che mi sono state addebitate sono cadute perchè il fatto non sussisteva e Di Pietro dovrebbe saperlo bene".

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