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Riciclaggio, respinti i ricorsi dei legali di Scaglia e Mokbel

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La Cassazione ha giudicato legittimi gli arresti dei dell'ex fondatore e Ad di Fastweb e dell'imprenditore

Tatiana Necchi
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Il Tribunale del Riesame di Roma ha confermato la legittimità degli arresti dell'ex fondatore e Ad di Fastweb, Silvio Scaglia, e all'imprenditore Gennaro Mokbel nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio delle compagnie telefoniche. L'inchiesta romana vede accusato Scaglia di associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale che riguarda un riciclaggio di 2miliardi di euro. Lo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione che ha respinto i ricorsi presentati dai difensori. Così l'ex fondatore di Fastweb resta ai domiciliari mentre l'imprenditore Mokbel in carcere.   Piermaria Corso e Antonio Fiorella, legali di Silvio Scaglia, alla pronuncia della Cassazione che ha ribadito la legittimità degli arresti domiciliari disposti nei riguardi dell'ex ad di Fastweb hanno commentato: «Si è persa nuovamente l'occasione  di valutare le specifiche posizioni. La sensazione è che si continui nello schema del blocco monolitico senza distinguere posizioni, come quella di Scaglia, ben lontane dall'illecito. Scaglia come pure Fastweb, sono vittime della truffa. La formula non poteva non sapere - rilevano i difensori di   Scaglia - contrasta con i principi del nostro ordinamento. Troveremo chi ci saprà ascoltare. Il prossimo appuntamento per noi è il 6 luglio al Tribunale del Riesame per l'appello contro l'ordinanza del Gip che ha concesso gli arresti domiciliari. Sull'esito dell'udienza - continuano Corso e Fiorella - ha pesato il fatto che la Corte Suprema di Cassazione abbia dovuto ancorare il suo giudizio alla situazione probatoria esistente al 17 marzo, situazione ampiamente superata da nuovi fatti quali l'interrogatorio di Silvio Scaglia con i Pm del 12 aprile e la relativa produzione documentale depositata per l'occasione. Inoltre, non sono emersi, nel frattempo, nuovi elementi utilizzabili dall'accusa».  Scaglia rimane, quindi, in regime di arresti domiciliari in Val d'Aosta.

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