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Strage di Viareggio, politici e Ferrovie non sono graditi

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Il ministro Matteoli non parteciperà alla giornata commemorativa dopo l'opposizione dei "Comitati dei familiari delle vittime"

Eleonora Crisafulli
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Tutto pronto per la cerimonia commemorativa della strage di Viareggio, il disastro ferroviario che provocò la morte di 32 persone il 29 giugno dello scorso anno. Ma il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che aveva annunciato il suo intervento, non sarà presente. L'ipotesi di una partecipazione del ministro e dei rappresentanti delle Ferrovie non è stata ben accolta dai Comitati dei familiari delle vittime che avevano definito la loro presenza "sgradita". Matteoli ha pensato bene di rispettare il volere dei parenti delle vittime. E in una lettera al sindaco di Viareggio Luca Lunardini ha spiegato: "Avevo accolto volentieri il Suo invito alla giornata commemorativa che si tiene domani a Viareggio in occasione del primo anniversario del disastro ferroviario che causò 32 morti, numerosi feriti, danni e distruzioni. E doverosamente era mia intenzione parteciparvi in rappresentanza del Governo. Mio malgrado e pur con la coscienza assolutamente tranquilla riguardo ai rilievi che mi vengono mossi, devo tener conto dell'avviso contrario alla mia presenza manifestato da un comitato, seppur minoritario, delle famiglie delle vittime e, pertanto, non sarò presente, nel rispetto di tale valutazione. Non voglio essere motivo di divisione né di turbamento in un momento in cui devono prevalere i sentimenti di solidarietà per il dolore delle famiglie delle vittime ed il rispetto per il ricordo di chi ha perso la vita". In conclusione il ministro garantisce "che l'azione del Governo, tesa a far fronte alle conseguenze del disastro e che già ha raggiunto importanti risultati, proseguirà per completare nei tempi più rapidi il quadro di tutti gli interventi previsti e concordati". Il riferimento è alla legge che dispone   l'elargizione di dieci milioni in favore delle famiglie colpite dal   disastro ferroviario approvata dal Senato lo scorso 24 giugno.

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