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Maradona: "Il mio ciclo è finito". Ma non rassegna le dimissioni

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Nonostante la pesante sconfitta con la Germania, El pibe de Oro accolto in patria come un vincitore

Paolo Franzoso
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Perdere 4-0 ed essere accolto come un dio. Diego Armando Maradona vanta ancora un grosso credito con il popolo argentino. Dopo il rientro a casa del Brasile fra accuse e tentativi di linciaggio (a Felipe Melo), toccava all'Argentina fare i conti con i propri tifosi. Qualcosa di strano è successo: la squadra è stata ricevuta come se avesse alzato la Coppa del Mondo. Tutti ad incitare El pibe de Oro, a chiedergli di restare sulla panchina della nazionale. Inspiegabile. E anche tutti i giocatori hanno invitato al ct di non andarsene. Le polemiche restano sullo sfondo. A parte i giornali, nessuno critica la gestione Maradona. Sembra che la gente si sia scordata le difficoltà per qualificarsi alla competizione mondiale. Nessuno ricorda più le polemiche su convocazioni e formazioni. E cosa ancor più che incredibile: il 4-0 subito dalla Germania è già svanito dalle menti. Effetto Maradona, forse il più grande giocatore di calcio mai esistito. Nonostante i vizi, acclamate solo le virtù del fuoriclasse (non quelle dell'allenatore). Lusinghe inutili? Maradona sembra intenzionato a rassegnare le dimissioni e sottrarre la federazione da un compito arduo: la riconferma a furor di popolo o il saggio allontanamento. "Il mio ciclo è terminato, ho dato tutto quello che avevo". Le prime parole di Diego Armando Maradona dopo l'eliminazione dal Mondiale, comparse sull'edizione odierna del quotidiano di Buenos Aires "Cronica", che ha parlato in esclusiva con il ct vicino alla sua casa di Ezeiza. Se ne va da sconfitto. Eppure esce vincitore. "Adesso voglio stare con la mia famiglia", ha aggiunto Maradona che però per il momento non ha presentato alcuna rinuncia formale al suo incarico. Forse perché si attende il plebiscito del popolo.

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