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Olanda Uruguay 3-2. I tulipani in finale per la terza volta

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Sneijder e Robben decidono la sfida nella ripresa (1 a 1 nel primo tempo). Inutile nel finale il lampo di Maxi Pereira

Roberto Amaglio
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Per la prima volta nella storia del calcio una squadra europea solleverà il trofeo più ambito lontano dal Vecchio Continente. In attesa di Germania-Spagna, infatti, l'Olanda ha ripettato il pronostico nella prima semifinale del Mondiale sudafricano battendo l'Uruguay per 3-2 in una partita tutt'altro che scontata. Ora gli orange attendono di sapere con chi dovranno vedersela nella loro terza finalissima, domenica sera, 32 anni dopo lo sfortunato ko con l'Argentina di Passarella e Bertoni, a Buenos Aires (1-3) e 36 dopo il bruciante ko contro la Germania di Beckenbauer e Gerd Muller a Monaco di Baviera. Ma quanta fatica contro l'Uruguay di Tabarez. Alla fine il match è stato deciso quasi esclusivamente dalla maggior classe degli campioni in arancione, Sneijder e Robben. Letale l'uno-due degli stempiati terribili, a metà della ripresa, quando la Celeste aveva perso le ultime energie e forse la convinzione di poter raggiungere un'altra impresa storica dopo la semifinale. Il tecnico sudamericano, ex di Cagliari e Milan, era riuscito a lungo a imbrigliare il gioco olandese, malgrado il missile del capitano Van Bronkhorst all'incrocio dei pali, dopo appena 18 minuti, sembrava potesse spianare la strada all'undici orange. Invece, il solito Forlan era stato abile, anche lui con un bolide dalla distanza, a rimettere le cose a posto con il quinto centro del suo Mondiale a una manciata di minuti dall'intervallo. Nel secondo tempo, era proprio l'Uruguay a sembrare più pericoloso e aggressivo, mentre la difesa olandese cominciava a mostrava imbarazzi e disimpegni approssimativi. Il brivido scaturito da una punizione dal limite di Forlan, respinta da Stekelenburg, ridestava però i tulipani: nel rovesciamento di fronte Sneijder trovava il pertugio giusto tra una selva di gambe (comprese quelle, in sospetto offside, di Van Persie) e riprotava in vantaggio i suoi. Anche per l'interista il gol marcato ai sudamericani è il quinto della rassegna, a sottolineare una stagione già strepitosa prima della missione sudafricana dopo i tre titoli vinti con i nerazzurri. Dopo un paio di minuti, a tagliare le gambe ai celesti, arrivava la perla di Robben, fino a quel punto ben controllato da Caceres, ma bravissimo a trasformare in oro con un preciso colpo di testa il perfetto cross di Kuyt. Sembrava finita lì, con gli uruguaiani frastornati e gli olandesi raggianti. E invece la partita aveva un ultimo sussulto, in pieno recupero, con la rete di Maxi Pereira: grande assalto finale "in the box" e brividi sugli spalti, ma il destino del match non sarebbe cambiato.

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