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Vive al computer: 16enne ligure ricoverato in psichiatria

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Si chiudeva in camera e stava sempre al pc: era diventato aggressivo con i genitori. È stato condotto a forza in ospedale dai Carabinieri

bonfanti ilaria
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Una “grave anomalia comportamentale” legata alla dipendenza dal computer . È questo il motivo che ha portato un ragazzo ligure di 16 anni in ospedale. Al momento è ricoverato nel reparto di psichiatria dell'Ospedale di Lavagna, in Liguria e sul referto medico del giovane paziente che, peraltro è stato condotto a forza, la diagnosi dei medici non lascia nessun dubbio: "Gravi anomalie comportamentali, rischio di autolesionismo e dipendenza da pc". Sul documento è così riportata nero su bianco la "malattia" che ha causato gravi conseguenze al 16enne, a livello fisico e psichico, che si sono inevitabilmente ripercosse anche sulla famiglia del giovane. Lo studente era in cura già da tempo da una psicologa che lo assisteva, su richiesta dei genitori che erano spaventati e impauriti dagli atteggiamenti del figlio. Ma la situazione è diventata surreale, tanto da costringere la dottoressa e i familiari a rivolgersi alle forze dell'ordine. E sono così intervenuti, prima i vigili urbani poi gli agenti del commissariato di Polizia e i Carabinieri che hanno tentato di spostare di peso il ragazzino, inchiodato davanti al computer e completamente in preda a una crisi isterica. Il 16enne continuava a urlare "No, no, no" e si dimenava come un forsennato, senza voler sentire ragioni fino al momento della resa. Probabilmente stremato dalla grave crisi che lo aveva colpito si è arreso. Ricovero immediato e indispensabile perché il ragazzo, oltre al rischio di interventi di autolesionismo, si era anche già scagliato in preda alla rabbia contro i genitori, in particolare sul padre. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, il genitore, esasperato dal comportamentodel figlio aveva spento il computer, senza voler sentire altre ragioni. E il ragazzo l'avrebbe così aggredito. Le forze dell'ordine e gli operatori del 118 intervenuti sul posto hanno confermato che la vita dello studente si svolgeva "nella cameretta buia e disordinatissima, illuminata solo dalla luce del pc". Internet, videogame e giochi lo accompagnavano nel corso delle giornate. La sua vita era il computer. Il Primario del dipartimento di dipendenze e comportamenti dell'Ospedale di Lavagna, Giorgio Rebolini, ha commentato la vicenda affremando che  "i videogiochi e il pc possono creare una simile dipendenza. Si tratta di un fenomeno nuovo e in rapida espansione. Naturalmente questo comportamento nasconde anche altri problemi di natura psicologica masherati con l'uso spropositato del Web, ma la dipendenza dalle tenologie non è da sottovalutare". E questa "cattiva tendenza" è diffusissima sopratutto in Giappone, dove è stata battezzata con il nome di "Hikikomori". Secondo i dati raccolti la sindrome da computer o da videogioco colpisce ragazzi di età compresa tra i 15 e i 30 anni, i più esposti all'uso e all'abuso delle nuove tecnologie. 

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