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Maxi blitz contro i Casalesi:17 arresti. Nell'ordinanza c'è anche il nome di Cosentino

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Sequestri per 1 miliardo di euro. Coinvolto anche un ex consigliere regionale Udeur e il prefetto di Frosinone

bonfanti ilaria
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Maxi blitz delle forze dell'ordine contro il clan camorristico dei Casalesi. L'operazione, condotta dai Carabinieri di Napoli, prevede 17 ordinanze di custodia cautelare e decreti di sequestro di beni per un valore stimato di 1 miliardo di euro. I provvedimenti sono stati emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Tra i destinatari del le ordinanze di custodia, compaiono anche i latitanti Antonio Iovine e Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Schiavone, soprannominato "Sandokan". Tra le accuse, a vario titolo, ci sono quelle di associazione mafiosa, riciclaggio e turbativa d'asta. I sequestri riguardano imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni. Le indagini hanno inoltre permesso di evidenziare una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano. Nell'inchiesta, coordinata dalla Dda, è indagato anche il Prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni. I pm, Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, ne avevano già chiesto l'arresto, ma il Gip, Vincenzo Alabiso aveva respinto la richiesta. Maddaloni è accusato di turbativa d'asta e l'appalto è quello delle centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria, a Caserta. Cosentino e i legami con Schiavone - Nell'ordinanza del gip Vincenzo Alabiso compare anche il nome del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. In base alle dichiarazioni del pentito Raffaele Piccolo, "anche Cosentino è stato favorito dal gruppo Schiavone. Cosentino infatti è titolare di una impresa di commercializzazione del gas. Io so che Cosentino era favorito perchè spesso, quale forma di estorsione nei confronti degli imprenditori, procedevano a dei cambi di assegni che portavamo agli imprenditori; soltanto alcuni assegni, però, potevano essere portati da Nicola Cosentino, ossia quelli per esempio dei soggetti apicali del clan come Nicola Panaro o Nicola Schiavone. Voglio specificare che spesso, quando avevamo a che fare per le estorsioni con imprese più importanti, come ad esempio Statuto di Caserta, onde evitare rapporti tra noi affiliati e l'imprenditore, le estorsioni venivano pagate in assegni a Iorio (Salvatore Iorio, attivo nel settore del calcestruzzo e arrestato oggi, ndr), quello del calcestruzzo, il quale poi versava tali assegni a noi". « Le accuse a Ferraro - Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell'Udeur, già coinvolto in altre due inchieste, è stato arrestato con l'accusa di associazione camorristica. È infatti incolpato di essersi accordato, nella doppia veste di imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale, con gli esponenti apicali delle associazioni criminali, egemoni nel Casertano e, in particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti. Nello specifico l'ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio risultato decisamente determinante per l'affermazione delle loro aziende. E, per ricambiare il favore, avrebbero quindi prestato la loro opera al clan dei casalesi". Ferraro, inoltre, sempre con l'aiuto del fratello, avrebbe stretto un accordo con Luigi Guida, reggente del clan Bidognetti,  ponendosi come intermediari tra gli esponenti degli enti locali, sui quali l'ex consigliere dell' "Udeur" aveva influenza politica - Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano, e l'organizzazione camorristica per influire sull'attribuzione degli appalti a imprenditori di comodo e sul pagamento delle somme estorsive al clan.

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