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Casini: "Serve un governo di responsabilità nazionale"

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Nessun veto per il Premier che ha vinto le elezioni. Bondi: "Allenza con Casini è legittima. Bossi deve capire"

Tatiana Necchi
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Un "governo di responsabilità nazionale". Ad auspicarlo è Pier Ferdinando Casini che, in una intervista al Corriere della Sera, sottolinea che si tratta dell'unico modo per uscire dalla "crisi politica in atto". Un esecutivo, spiega Casini, aperto a tutti, guidato da chi sceglierà il capo dello Stato, ma per il quale "non è possibile avanzare veti" su Berlusconi perché "ha vinto lui le elezioni". "Se fossi il Presidente del Consiglio farei un appello: di fronte alla gravità della crisi economica e alla difficile situazione del paese chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia - spiega Casini - Se Berlusconi assumesse questa iniziativa sarebbe intelligente perché ne avrebbe solo da guadagnare: a quel punto caricherebbe di responsabilità chiunque, di fronte a quell'offerta, decidesse di sbattere la porta in faccia". Poi Casini torna sulla questione della cena a casa Vespa: “Un invito giunto una ventina di giorni prima e giustificato dal 50esimo dell'attività giornalistica del giornalista”. E ribadisce che Berlusconi, nel corso di quella cena, non gli ha offerto nulla: "Che Berlusconi pensi a rafforzare il suo governo è comprensibile, ma per quanto mi riguarda non c'è alcun interesse a partecipare a questo esecutivo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni, io no. Penso sempre ai miei elettori”. E la Lega? "Insorgono per un nulla - attacca Casini - Ammesso e non concesso che ci siano state offerte all'Udc, cosa che comunque non era possibile in quella cena, appare chiaro a tutti gli italiani che il nostro partito non ha alcuna intenzione di entrare nella maggioranza. Siamo usciti due anni fa da elezioni in cui tutti ci davano per morti. Poi hanno visto che alle europee abbiamo incassato un successo e alle Regionali siamo stati determinanti. E oggi facciamo addirittura spaventare Bossi e Tremonti. Avevamo detto che il bipolarismo non avrebbe portato a nulla di buono e in effetti non ha fatto altro che gonfiare la Lega e Di Pietro".   Sandro Bondi, coordinatore del Pdl e ministro dei Beni Culturali, respinge il veto del leader della Lega, Umberto Bossi, all'alleanza con l'Udc di Pier Ferdinando Casini. In una intervista al quotidiano Repubblica, Bondi afferma: "Il leader della Lega possiede il buon senso e la sensibilità politica per guardare con rispetto a questo processo politico, che non intacca minimamente l'attuale alleanza. Non posso - prosegue Bondi - non considerare che Pdl e Udc fanno parte allo stesso titolo del Ppe e perciò, anche al di là di una comune ispirazione moderata, condividono gli stessi valori di fondo e gli stessi programmi. Per questa ragione, è legittimo che il Pdl continui a perseguire un diverso rapporto con l'Udc, fino a non escludere la possibilità di un riavvicinamento e di una nuova alleanza di governo. Fermo restando il rispetto per la coraggiosa scelta di autonomia di Casini".

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