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Mafia, pm vicini alla verità sulle stragi

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Ascoltato oggi in Commissione nazionale antimafia il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari: "La politica potrebbe non reggere"

Eleonora Crisafulli
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"Siamo ad un passo dalla verità sulla strage di via d'Amelio. Una verità clamorosa di cui la politica potrebbe non reggere il peso". Ad annunciarlo sono i pm di Caltanissetta, Sergio Lari e Nico Gozzo, che hanno riaperto le indagini sull'eccidio in cui morì il giudice Paolo Borsellino, ascoltati oggi dalla Commissione parlamentare Antimafia, in prefettura a Palermo. Prima di entrare in prefettura a un giornalista che gli chiedeva se le stragi del '92 siano ascrivibili solo alla mafia, Lari ha risposto: "Dagli elementi che abbiamo acquisito parrebbe proprio di no". Qualcuno nello Stato si deve vergognare? "Nello Stato è una frase un po' generica, le responsabilità sono sempre individuali. Certamente quello che emergerebbe è il ruolo di soggetti che, pur appartenendo alle istituzioni statali, hanno tradito al dovere di fedeltà delle istituzioni quindi sono dei traditori". A proposito della "verità", cui i pm sonoormai vicini, il procuratore aggiunto Gozzo ha poi aggiunto che "la magistratura sarà capace di reggere le verità che vanno emergendo sulle stragi. Anche lo Stato sarà in grado di sostenerle. Non so, invece, se altrettanto saprà fare la politica". Il titolare delle inchieste sulle stragi ha poi continuato a parlare davanti alla Commissione antimafia: "La rilevanza di queste nuove indagini - ha spiegato Lari - è aver fatto luce su un depistaggio colossale e su un'indagine campata in aria che ha portato alle sentenze passate in giudicato per i processi Borsellino 1 e 2, e per i quali sono stati chiesti numerosi ergastoli. Il fatto di fare giustizia verso chi ha subito queste condanne immeritate è un successo per lo Stato". Rispetto al diverso peso che le procure di Palermo e Caltanissetta danno alle dichiarazioni di Ciancimino e agli eventi del '92, Lari ha detto: "Tra le procure di Caltanissetta e Palermo c'è dialettica sulla valutazione della portata probatoria delle dichiarazioni di Ciancimino. La nostra posizione è più prudente, quella della procura di Palermo è più fiduciosa. Noi comunque con la procura di Palermo ci scambiamo atti e documenti, poi ogni procura autonomamente deciderà quale peso dare a quelle dichiarazioni". Su un possibile ritorno alla stagione delle stragi infine: "Ho fatto collezione di proiettili e lettere minatorie. Voglio sperare di non finire anche io nel tritacarne come i miei predecessori. E' opportuno ricordare che ai tempi di Borsellino e Falcone la mafia era molto più forte, mentre oggi è molto più debole e tutti auspichiamo che non abbia più la forza per dare vita a una nuova era stragista". In una nota della presidenza della Commissione antimafia, il presidente Beppe Pisanu "nega decisamente che i magistrati di Caltanissetta abbiano dichiarato di essere ad un passo dalla verità sulla strage di Via d'Amelio e che la politica non sarebbe in grado di reggere il peso di tale verità", ribadendo come "non si può riferire alcunché dello svolgimento dei lavori della Commissione in seduta segreta".

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