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Il Cav: Fini è colluso con il nemico

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Lo sfogo del premier durante il vertice a Palazzo Grazioli. E se da una parte Berlusconi lancia l'Operazione Memoria, Bocchino insiste: "Un partito come il Pdl solo in Sudamerica"

Tatiana Necchi
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E' tutto il giorno che Berlusconi cerca di spargere ottimismo. Con l'Operazione Memoria, per ricordare ai suoi da dove vengono e quanto hanno fatto. A un certo punto, però, ha ceduto. Nel corso della consueta riunione a palazzo Grazioli con i fedelissimi il premier ha sbottato e avrebbe detto chiaro e tondo che Fini è colluso con il nemico. A mandare in bestia il Cav è l'intervista rilasciata oggi a Repubblica dal deputato del Pdl Luca Barbareschi, vicino al presidente della Camera. "Non è possibile che ogni giorno ce n'è una di Fini o dei suoi, è un metodo inaccettabile" avrebbe detto Berlusconi. Del resto, Barbareschi, non è andato per il sottile. A una domanda di Repubblica ha risposto: "Quando sono venuto qui pensavo che avrei fatto politica, non gli interessi del premier". E Ancora "non ho mai creduto granchè nel Pdl. Forse si confonde il Pdl che doveva nascere con Verdini e un gruppo di persone che si fa gli affari propri". Alla fine il premier, sconsolato, avrebbe detto: "o finiscono le provocazioni, oppure è impossibile riannodare il filo del dialogo". L'Operazione memoria - Stufo dei continui attacchi, il premier questa mattina si è rivolto ai suoi simpatizzanti attraverso il sito di sito forzasilvio.it, in vista della riunione prevista per oggi con i coordinatori regionali e nazionali. «In questi giorni sono riprese contro il governo e contro il Popolo della libertà furibonde campagne mediatiche. Calunnie e furibonde campagne mediatiche – spiega il Premier - non riusciranno a oscurare il lavoro del governo se il Popolo della libertà sarà unito attorno al proprio governo, coeso tra leader, dirigenti e popolo. I nostri avversari sono maestri nelle chiacchere, con le quali cercano di nascondere i loro demeriti e di oscurare il tanto di buono che abbiamo fatto in questi due anni difficili. Non riusciranno nel loro intento se noi saremo uniti, se il Popolo della Libertà sarà unito attorno al proprio governo, consapevole dei grandi risultati finora ottenuti, coeso tra leader, dirigenti e popolo». Proprio per questo, viene lanciata quella che il sito chiama “Operazione Memoria” per «dire le tante cose buone che abbiamo fatto finora e che sono la premessa per quelle che porteremo a compimento nella seconda parte della legislatura». Ed ecco che la prima proposta è un pieghevole che «riassume le cose fatte dal governo». Questo è il primo di una serie di materiali di comunicazione che saranno distribuiti a settembre nelle Feste della Libertà, a Gubbio, Atreju, alla Summer school di Magna Carta, ai banchetti dei Promotori della Libertà e «ovunque sia possibile». Dunque l'invito leader del Pdl ai militanti è quello di «diffonderlo ai tuoi amici in internet. Noi faremo lo stesso nei prossimi giorni, con altre iniziative on line per dire le tante cose buone che abbiamo fatto finora e che sono la premessa per quelle che porteremo a compimento nella seconda parte della legislatura». Tuttio questo perché «sono convinto che conoscere e divulgare le tante realizzazioni del nostro "Governo del fare" sia la migliore risposta contro le calunnie e le campagne mediatiche. La forza del nostro stare insieme è nella moralità del fare. Proprio per questo - si conclude il messaggio - cercano di toglierci l'orgoglio di essere nel Popolo della Libertà, motore principale del governo del fare». Bocchino - Il richiamo di Berlusconi sul riassetto interno non è stato ben recepito dai finiani. Nei giorni scorsi, Fini ha invitato il PdL a convocare il congresso per riorganizzare il partito.  Dal più fedele dei finiani, Italo Bocchino, giunge oggi un attacco diretto, un'equiparazione degna della sinistra estrema, che accusa Berlusconi di vestire i panni del dittatore: "Non ha funzionato questo modello di partito", dice il presidente di Generazione Italia a Omnibus su La7. "Non esiste, nel mondo occidentale, un altro partito come il Pdl che non ha sedi, circoli, segretari di sezione, presidenti di circoli, consiglieri regionali eletti dalla base. Esiste in Sud America e in alcuni Paesi asiatici". Domanda: perché chi considera in questo modo il proprio partito non se ne va?

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